18 Febbraio 2023, 10:09
1 min di lettura
MESSINA – Il cadavere del sedicenne semi carbonizzato e un giallo da chiarire. I familiari non credono al suicidio e si affidano alla magistratura per fare chiarezza.
“Si trattava di un ragazzo molto perbene che faceva una vita normale, studiava e d’estate andava anche a lavorare a Salina. Secondo il fratello è impossibile che si sia suicidato. So che le forze dell’ordine stanno indagando in tutte le direzioni. La famiglia chiede solo chiarezza su quanto avvenuto”.
A parlare è Giuseppe Coppolino, l’avvocato della famiglia di Ayman Serti, 16 anni, trovato morto due giorni fa a Merì con il corpo in parte divorato dalle fiamme. Accanto al cadavere del ragazzino semi carbonizzato c’era una bottiglia di benzina.
“So – prosegue il legale – che è stata eseguita l’autopsia ma ancora non conosco i risultati, siamo fiduciosi sull’operato della magistratura. So che si sta procedendo ad analizzare anche il telefono ma al momento non sono a conoscenza di eventuali messaggi mandati da qualcuno che avrebbero indotto il ragazzo a cadere in una trappola”.
Gli esami dell’autopsia si conosceranno nei prossimi giorni. I carabinieri di Barcellona Pozzo proseguono gli interrogatori per ricostruire le ultime ore di vita del povero ragazzo. Aveva deciso di cambiare scuola. Tutti gli amici parlano di un giovane e di una famiglia integrata nel tessuto sociale.
Pubblicato il
18 Febbraio 2023, 10:09