Palermo

“Miccichè in auto blu al ristorante per comprare la cocaina”

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29 Giugno 2023, 13:19

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PALERMO – “Che mi puoi portare da mangiare”?, chiedeva Gianfranco Micciché. E Mario Di Ferro rispondeva: “Ci penso io”. Subito dopo il ristoratore contattava Gioachino e Salvatore Salamone. Nelle conversazioni con l’ex senatore li chiamavano “rappresentanti”.

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I magistrati della Dda ritengono che ci sia corrispondenza tra le criptiche indicazioni relative alle dosi di cui parlava con il politico (discutevano di “giorni” relativi a una partenza) e le conversazioni fra Di Ferro e i Salamone. “Senti, dovresti avvicinare da me al locale, ma siamo assai, qualche dieci, siamo dodici, una cosa di queste siamo”, diceva Di Ferro a Salamone dopo aver saputo da Miccichè che sarebbe mancato “dieci” giorni.

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Decine le foto che immortalano Gioacchino Salamone mentre arrivava al ristorante di Di Ferro all’ingresso principale di via Libertà o in quello secondario in via Gioacchino Di Marzo. Poi passava una busta, attraverso le grate del cancello, al ristoratore. Alla consegna seguiva l’arrivo di Miccichè immortalato dal sistema di videosorveglianza. Giungeva a bordo della sua Audi col lampeggiante acceso.

Una scena che si è ripetuta più volte tra novembre e dicembre 2022. Come il 26 novembre. Alle 20:29 Di Ferro, in compagnia di Miccichè, chiamò Salvatore Salamone: “eh … avvicina”. Alle 20:43 Salamone, in bici, entrava a Villa Zito dall’ingresso principale per andarsene poco dopo. Il 6 dicembre Miccichè sarebbe andato a prendere la cocaina a casa di Di Ferro. Prima del suo arrivo il ristoratore ancora una volta avrebbe chiamato il fornitore dicendogli: “Verso le quattro devi avvicinare perché minchia siamo assai, qualche tredici siamo, hai capito?“.

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29 Giugno 2023, 13:19

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