Micciché, tre motivi per sorridere | In Sicilia Forza Italia è ancora viva

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27 Maggio 2019, 12:05

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In una tornata elettorale da de profundis, c’è forse solo un forzista che sorride in Italia. Ed è Gianfranco Micciché. Che ha vinto la scommessa su cui aveva puntato tutto, ossia la candidatura di Giuseppe Milazzo, che l’ha spuntata in un testa a testa al cardiopalmo su Saverio Romano. Su di lui il commissario di Forza Italia e presidente dell’Ars aveva fatto “all in”, assumendosi tutto il rischio della puntata. Meno di duemila voti di scarto tra il capogruppo e l’ex ministro hanno consegnato la vittoria a Micciché. Che ha un secondo buon motivo per sorridere: se Forza Italia a livello nazionale sprofonda a un triste 8,7 per cento, in Sicilia la lista dei berlusconiani viaggia su una cifra doppia, al 17 per cento, mantenendosi viva e rintuzzando l’avanzata inarrestabile di Salvini che comunque la supera, sfondando quota 20 nell’Isola. Il tutto, terzo motivo per alimentare il sorriso di Micciché, sventando il rischio dell’incidente diplomatico legato alla candidatura di Silvio Berlusconi, che nello scontro all’ultimo voto tra Milazzo e Romano rischiava lo smacco di non finire primo. Non è successo.

Insomma, se da qualche parte Forza Italia dovrà ripartire dopo la batosta di queste Europee, che la vedono ormai ridimensionata in Italia quasi ai livelli del partito della Meloni, la Sicilia è il posto. Qui l’apertura della lista a mondi esterni a quelli forzisti ha funzionato. Saverio Romano, lo sconfitto di questa tornata, ha comunque ottenuto un risultato pesante (è l’ottavo più votato nella circoscrizione), spinto dalla voglia di rivincita di quella nomenklatura delle stagioni di Cuffaro e Lombardo che ha spinto la sua corsa. Cateno De Luca ha portato voti pesantissimi, le oltre 40mila preferenze della sua assessora Dafne Musolino la dicono lunga, così come la percentuale monstre della lista di Forza Italia a Messina, il 23,76, a una manciata di voti ai 5 Stelle. Anche l’Udc ha dato una mano alla causa e così quel che resta di Sicilia Futura.

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Insomma, l’esperimento delle Europee conferma che se Forza Italia vuole sopravvivere, in un centrodestra ormai sovranista in cui i berlusconiani sono vissuti quasi come un corpo estraneo, deve ripensarsi come un nuovo centro, aperto e non schiacciato sulle posizioni degli alleati di destra. È la linea di Micciché. Che commentando i risultati osserva: “Un segnale molto forte che nasce proprio dove Forza Italia ha saputo proporsi come argine alle derive populistiche e demagogiche di grillini e leghisti. Se questa linea fosse stata tenuta anche nel resto d’Italia, oggi il risultato nazionale di Forza Italia sarebbe stato diverso”. E Renato Schifani aggiunge: “Dobbiamo distinguerci dalla Lega e, come in Sicilia, far capire agli elettori che una Forza Italia non subalterna è vincente. Parliamone”. Chissà che a Roma qualcuno dopo la sberla europea cominci a capirlo. Parrebbe di no, stando ai rumours che vorrebbero Berlusconi impegnato a fare entrare la Lega nel gruppo del Ppe (ammesso che gli altri popolari se lo prendano).

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27 Maggio 2019, 12:05

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