PALERMO – C’è poco da fare. Nonostante un addio burrascoso e una vicenda extra calcistica vissuta con sdegno da una parte della tifoseria, Fabrizio Miccoli continua a vivere quasi da capitano a distanza le vicende del Palermo. L’ex attaccante rosanero si è espresso sul momento difficile vissuto dalla squadra attualmente allenata da Walter Novellino: “Spero solo che si salvi, per i tifosi e per quella maglia rosa che ce l’ho tatuata addosso. Poi ci sarà tempo e modo di parlarne più avanti, magari scriverò pure un libro – rivela Miccoli a Tuttomercatoweb -. Oggi non mi sento di dire nulla, non mi sono mai intromesso. Non mi va. Il Palermo è la mia vita e spero si salvi il prima possibile, perché Palermo merita la Serie A e non categorie inferiori”.
Quella che rischia di passare alla storia come una delle stagioni più tormentate della storia rosanero, è stata sin qui contraddistinta dai continui avvicendamenti in panchina. Ma Miccoli non ha dubbi nell’individuare quello che, a suo modo di vedere, potrebbe essere il vero asso nella manica: Se devo scegliere un allenatore, dico Giovanni Tedesco. Una piacevole sorpresa. Mi ha allenato a Malta, siamo come due fratelli e sono andato al Birkirkara per lui. Mi ha colpito, è preparato e cura tutto nei minimi dettagli, fa stare bene il gruppo. Scommetterei su di lui”.
Il Romario del Salento, infine, fa chiarezza su un messaggio circolato in rete e attribuito a lui: “Non ho Facebook e neppure Twitter. Quel messaggio era pure scritto bene, avrei potuto dire che era mio e magari condividere quello che hanno scritto. Ma non sono stato io. Mi sono ritirato e l’unica società che ha scritto sul proprio sito ufficiale ‘Grazie per aver indossato i nostri colori con dignità e professionalità’ è stata il Benfica. Altre cose non le ho viste, non mi va di parlare di nessuno per adesso”.
