24 Agosto 2023, 20:31
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CATANIA – I vestiti sono stesi su un reticolato improvvisato, i piccoli migranti giocano vicino ai containers allestiti in poche settimane, tra le tende spicca il simbolo della croce rossa, sembra un accampamento ma è il nuovo hotspot di Catania, sorto nell’ex hub vaccini di via San Giuseppe la Rena.
“Per questioni emergenziali – spiega Tommaso Vendemmia, leader del sindacato Siap della polizia di Stato – è stato trasformato l’ex hub vaccinale in hotspot.
Qui arrivano i migranti che transitano da Lampedusa e restano in attesa di poter essere trasferiti. Abbiamo quotidianamente circa 700 o 800 persone da custodire”.
Vendemmia segnala una questione annosa, con la gestione dell’accoglienza, ci acuisce la carenza di personale della polizia: “Abbiamo lanciato più appelli, a partire da quello di dotare questa area di dotazioni per proteggere i nostri colleghi. Abbiamo chiesto di approntare navi da crociera nel Lampedusano, in modo da evitare – conclude il poliziotto – i viaggi della speranza con la scorta della polizia, a bordo di autobus”.
Davanti all’hotspot è tutto un viavai di migranti con le buste della spesa. “A loro danno i soldi, per comprare il cibo fuori – racconta un migrante da anni a Catania – mi hanno detto che il cibo fa schifo e preferiscono andare al supermercato”.
Emiliano Abramo, rappresentante della comunità di Sant’Egidio in Sicilia, punta il dito contro la gestione governativa dei nuovi flussi. “La professionalizzazione dell’accoglienza – dice Abramo – con gli appalti affidati a determinate realtà, ha rotto il sistema che in questi anni avevano gestito i flussi. La società civile è fuori dalla gestione”.
E ancora: “Ho incontrato migranti con la scabbia, transitati da questo hotspot senza poter fare una doccia, con la salsedine. Ancora oggi, per lavarsi, devono recarsi – conclude Abramo – nel palazzetto dello sport”.
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24 Agosto 2023, 20:31
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