Migranti, hotspot nell'ex hub covid: "Criticità a Catania" VIDEO - Live Sicilia

Migranti, hotspot nell’ex hub covid: “Criticità a Catania” VIDEO

Critiche per il cibo, "problemi di igiene" e gestione dei flussi. Guarda il video e le interviste

CATANIA – I vestiti sono stesi su un reticolato improvvisato, i piccoli migranti giocano vicino ai containers allestiti in poche settimane, tra le tende spicca il simbolo della croce rossa, sembra un accampamento ma è il nuovo hotspot di Catania, sorto nell’ex hub vaccini di via San Giuseppe la Rena.

Le criticità rilevate dal sindacato di polizia

“Per questioni emergenziali – spiega Tommaso Vendemmia, leader del sindacato Siap della polizia di Stato – è stato trasformato l’ex hub vaccinale in hotspot.

Qui arrivano i migranti che transitano da Lampedusa e restano in attesa di poter essere trasferiti. Abbiamo quotidianamente circa 700 o 800 persone da custodire”.

Vendemmia segnala una questione annosa, con la gestione dell’accoglienza, ci acuisce la carenza di personale della polizia: “Abbiamo lanciato più appelli, a partire da quello di dotare questa area di dotazioni per proteggere i nostri colleghi. Abbiamo chiesto di approntare navi da crociera nel Lampedusano, in modo da evitare – conclude il poliziotto – i viaggi della speranza con la scorta della polizia, a bordo di autobus”.

I migranti comprano il cibo

Davanti all’hotspot è tutto un viavai di migranti con le buste della spesa. “A loro danno i soldi, per comprare il cibo fuori – racconta un migrante da anni a Catania – mi hanno detto che il cibo fa schifo e preferiscono andare al supermercato”.

Interviene la comunità di Sant’Egidio

Emiliano Abramo, rappresentante della comunità di Sant’Egidio in Sicilia, punta il dito contro la gestione governativa dei nuovi flussi. “La professionalizzazione dell’accoglienza – dice Abramo – con gli appalti affidati a determinate realtà, ha rotto il sistema che in questi anni avevano gestito i flussi. La società civile è fuori dalla gestione”.

E ancora: “Ho incontrato migranti con la scabbia, transitati da questo hotspot senza poter fare una doccia, con la salsedine. Ancora oggi, per lavarsi, devono recarsi – conclude Abramo – nel palazzetto dello sport”.


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