PALERMO – Sono volate parole grosse, in Aula. Perfino l’epiteto sprezzante di “deputaticchio”. Così si è consumato lo strappo tra Giuseppe Milazzo e il gruppo di Forza Italia all’Ars.
“Io non sono qui – ha detto Milazzo durante la seduta – per accettare passivamente i diktat di qualche deputaticchio. Credo che il mio gruppo abbia preso una posizione demagogica e strumentale. Annuncio il mio passaggio al gruppo Misto”. Il “deputaticchio” in questione sarebbe il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone, “che magari conosce le cose – ha ribadito Milazzo – perché fa parte della commissione bilancio. Io in quella commissione non ci sono, quindi prima di votare, vorrei conoscere le cose”. Il casus belli è rappresentato dal mutuo da un miliardo col quale il governo pagherà i debiti con le imprese. Ma il malcontento di Milazzo affonderebbe altrove.
“Forse – ha commentato il capogruppo Falcone – nel momento in cui Milazzo è transitato nel nostro gruppo si aspettava qualcosa di più. Magari di far parte della commissione bilancio. Io oggi mi sono limitato a fargli notare che, se avesse continuato a usare certi toni offensivi nei confronti del gruppo, sarei stato costretto a prendere provvedimenti”. Leggermente diversa la versione di Milazzo, secondo cui Falcone avrebbe avvisato: “O segui la linea del gruppo, o sei espulso”.
Fatto sta che Milazzo lascia Forza Italia. A poche settimane dall’approdo, giunto dopo l’annuncio, in seguito alla scissione del Pdl, dell’adesione al Nuovo centrodestra di Alfano. “Prendiamo atto dell’addio dell’onorevole Milazzo – ha commentato caustico Falcone – consapevoli che, per lui, non si tratta del primo cambio di casacca e certi che non sarà nemmeno l’ultimo”. E il prossimo potrebbe essere sotto molti aspetti sorprendente. Sono sempre più insistenti le voci che parlano di un avvicinamento tra Milazzo e Articolo 4 di Lino Leanza e Luca Sammartino.
