09 Aprile 2024, 10:12
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PALERMO – Grande esperienza tra i banchi del consiglio comunale di Palermo, ras del voto al Borgo Vecchio, dove da sempre è punto di riferimento del bacino dei precari ex Pip, una vita nel centrodestra con una breve parentesi orlandiana. Mimmo Russo, ex consigliere comunale finito in una inchiesta dove si mischiano mafia e compravendita di voti, è uno dei volti più conosciuti della politica palermitana. Una presenza fissa nelle competizioni elettorali degli ultimi venti anni nel capoluogo siciliano.
La prima elezione a Sala delle Lapidi risale al 2001: ottiene 874 voti nella lista Azzurri per le Libertà, a sostegno del sindaco Diego Cammarata. La volta successiva la lista è quella di Alleanza nazionale e i voti diventano 2.261. Il 2012 è l’anno del ritorno di Leoluca Orlando a Palazzo delle Aquile e Russo resta nel centrodestra con il vessillo del Movimento per l’autonomia: 1.141 preferenze e terzo mandato tra i banchi del consiglio comunale. Nel 2017 passa con la maggioranza del ‘professore’ e centra la quarta elezione a Sala delle Lapidi con gli orlandiani della lista Palermo 2020.
La storia d’amore con il centrosinistra, però, dura poco e a pochi mesi dal voto arriva l’approdo a Fratelli d’Italia. L’arrivo di Russo e la nascita del gruppo consiliare vengono celebrati a Palermo con una conferenza stampa alla presenza di Giorgia Meloni. Alle ultime Comunali, però, la lista FdI risulterà piena zeppa di big e così a Russo non bastano 805 voti per centrare la quinta elezione in consiglio comunale. Dopo l’arresto, il partito ha sospeso Russo.
Carattere fumantino, spesso sopra le righe durate le sedute del consiglio comunale, in questi anni Russo è diventato un veterano di Palazzo delle Aquile. Negli ultimi mesi, quando già al Comune tirava aria di rimpasto, aveva chiesto il ruolo di assessore della Giunta Lagalla. L’immenso bacino dei precari palermitani perde così il suo punto di riferimento a Sala delle Lapidi. Non c’era manifestazione degli ex Pip che non vedesse Russo in prima fila, armato di megafono, a chiedere la stabilizzazione. Così come punto di riferimento è stato per anni il Caf gestito al Borgo Vecchio, roccaforte del suo consenso elettorale. Impossibile non notare quelle file davanti agli uffici di corso Scinà, fatte di gente in attesa a tutte le ore per una informazione o per chiedere un aiuto nella compilazione di una richiesta al Comune.
In questi anni per Russo anche un’altra vicenda giudiziaria, quella relativa ai rimborsi dei consiglieri comunali, conclusasi però positivamente per l’ex consigliere comunale. L’accusa di avere avuto un finto lavoro per ottenere i rimborsi, che aveva retto in primo grado, è caduta nel secondo grado di giudizio. La Corte d’appello ha infatti assolto Russo dall’accusa di essersi fatto assumere fittiziamente per potere ottenere dal Comune i rimborsi previsti da una legge regionale. Oggi, però, una nuova tegola giudiziaria per uno dei volti più noti della politica palermitana.
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09 Aprile 2024, 10:12