Miracoli della statistica |La Sicilia è diventata ricca

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23 Maggio 2014, 17:14

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Quanto contribuiranno le attività illegali svolte in Sicilia (commercio di droga, prostituzione, contrabbando di sigarette ed alcol) alla revisione del calcolo del Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano?

Il quesito coglierà di sorpresa più di un lettore, ma è pienamente fondato. Sulla base di una prescrizione dell’UE che risale al 1995, l’Italia dovrà rendere omogenea la sua contabilità nazionale a quella degli altri paesi europei inserendo nel PIL tutte le attività che producono reddito indipendentemente dal loro status giuridico.

La sorpresa, a questo punto, avrà ceduto il passo alla curiosità. Intanto, perché solo prostituzione, droga e contrabbando? Sono attività illegali che si svolgono sulla base di uno scambio senza erogazione diretta di violenza o di minaccia, come avviene, ad esempio, nel caso delle estorsioni.

Seconda domanda. Ma davvero queste attività illegali non erano mai state prese in considerazione per il reddito che producevano? Risposta parzialmente negativa. L’ISTAT inserisce nel PIL il sommerso economico (produzione di beni e servizi) che sfugge all’osservazione diretta in quanto connesso al fenomeno della frode fiscale e contributiva. Gli economisti si dividono in due scuole: quelli che ritengono il sommerso economico comprensivo anche di attività illegali. Sicché la novità consisterebbe solo nell’armonizzare il calcolo e la definizione di queste attività. E quelli che fanno rilevare come il criterio di inserimento delle attività illegali prima indicate era previsto ma non osservato perché si era ancora privi di una metodologia credibile di conteggio. In effetti, va ricordato che le ultime stime del sommerso risalgono al 2008 e indicano un valore aggiunto compreso tra il 255 e 275 miliardi di euro (tra il 16,3 ed il 17,5 del PIL).

Terza domanda. L’inserimento di attività illegali farà aumentare il PIL? Tutto dipenderà dalla scelta dei parametri di misurazione. Sicuramente questo avverrà in Germania nel cui PIL non era inserito il peso dell’economia sommersa.

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Riprendiamo il quesito iniziale. Quale sarà il contributo della Sicilia a questo nuovo ricalcolo dell’economia illegale?

Le stime non sono purtroppo aggiornate. L’ultimo rapporto, condotto con criteri di scientificità, quello di Transcrime, parla di ricavi da prostituzione (in strada e al chiuso) pari a circa 314 miliardi. I ricavi dal commercio di droga ammonterebbero a 700 miliardi. E quelli del contrabbando di sigarette a 34 miliardi.

Insomma, premesso che parliamo di calcoli approssimativi, basati su dati di anni passati, oltre che di una materia, quella delle attività illegali, assai difficile da definire, la Sicilia dunque dovrebbe contribuire con un miliardo alla revisione dal rialzo del PIL italiano, stimata tra l’1% ed il 2%, ovvero tra i 16 ed i 32 miliardi. Troppo poco per ottenere maggiore considerazione come regione “forte” (eppure quello delle attività illegali sarebbe la nostra “eccellenza”) nell’economia italiana!

 

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23 Maggio 2014, 17:14

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