Cultura e Spettacolo

Monica Vitti, i sorrisi e le bombe: il ritratto di una ‘siciliana’

di

02 Febbraio 2022, 13:14

2 min di lettura

C’è un raggio di sole che unisce Monica Vitti, scomparsa oggi a novant’anni, e la Sicilia. Ed è più forte perfino della biografia che si divertì a incrociare questa bellissima ragazza romana con la nostra terra. La luminosità è la chiave per intuire il nesso emotivo. Un bagliore di sorrisi come lini bianchi stesi al balcone, sopra una distesa di ficodindia. Non è una suggestione bella e dolcissima? Non è una delle caratteristiche dell’immensa attrice che oggi ci lascia? Non c’è una sicilianità primigenia, nel senso del mito, dei colori e del suono squillante e profondo di una voce, che si incastra con un destino nato altrove e altrove addormentato?

La biografia, dunque, che incalza. E ci rammenta che Maria Luisa Ceciarelli, non ancora Monica Vitti, visse per qualche tempo, da bambina, a Messina, per via del lavoro del padre, ispettore del commercio estero. I ricordi e la solerte pagina di wikipedia compongono il quadro: “In quel periodo fu soprannominata scherzosamente dai familiari ‘setti vistìni’, per via della sua freddolosità che la portava a indossare i vestiti l’uno sull’altro. Sette sottane, traduzione del nomignolo infantile, diventò poi il titolo del suo primo libro autobiografico, edito nel 1993″.

E cosa c’è di meglio del caldo per combattere il freddo? Ma anche in Sicilia, in certi inverni, sono raggelanti. Lei stessa, in una intervista alla Rai, narrava, con la sua garbata e schietta ironia, le sette sottane sovrapposte un po’ per riscaldarsi, un po’ per un innocente esibizionismo infantile. E fu lì, a Messina, che, in quella casa paterna, cominciarono le prime prove teatrali in famiglia, gli spettacolini, i passi che avrebbero condotto, nel corso degli anni, Maria Luisa sulla ribalta di un meritato riconoscimento internazionale. Un’infanzia vissuta tra i sorrisi e le bombe.

E di tutte le Sicilie possibili, incontrate per diletto, per lavoro o per sorte, resta emblematica quella rappresentata con il personaggio – ironico, grottesco e drammatico – di Assunta Patanè (nella foto), protagonista de ‘La ragazza con la pistola’ del maestro Mario Monicelli.

Articoli Correlati

“Io ho avuto l’onore di conoscerla bene, di esserle amico, parliamo di una donna eccezionale – dice il sicilianissimo Pippo Baudo all’AGI -. Era speciale: comica, autoironica e capace di fare tutto. Basti pensare a ‘Polvere di Stelle’ con Sordi. Avevamo un rapporto affettuoso, abbiamo fatto ‘Canzonissima’ insieme e le piaceva parlare in dialetto siciliano, per giocare”.

“Roberto Russo, il suo compagno di tutti questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con dolore, affetto, rimpianto”. Così ha scritto stamattina su Twitter Walter Veltroni, dando l’annuncio. A tutti noi rimane, oltre la desolazione, il ricordo di una voce inconfondibile in una giornata di sole. Che la morte, con la sua pioggia inopportuna, non spegnerà.

Pubblicato il

02 Febbraio 2022, 13:14

Condividi sui social