Ci sino a Palermo interi Quartieri e non solo, dove la donna " la femmina" cresce nel mito del "maschio" detto " u masculu" troppo Toco, cioè il migliore " u megghiu i tutti". Cioè quello che già a 10 anni ha il capello gellato col ciuffetto, il telefonino, va alla prima comunione della cuginetta o sorellina ( già vestita da sposa quarantenne accompagnata in chiesa dai genitori in auto bianca strapuntinata). Ecco, crescono credendo che loro, "fimmine" devono avere il mito "du masculiddu" dominante. Vivono e scelgono "masculi" che comprano smart e suv con cui vanno dal parrucchiere e dall'estetista, subendo dal "mascolo" tutte le possibili "violenze" camuffate da un cavalierato sui generis. Vivono un rapporto vittima-carnefice cronico e Ecco, la questione è molto radicata e l'intervento dovrebbe essere preventivo-precoce di ordine sociale. Una Rivoluzione degli stereotipi tramandato e radicato. Auguri dottoressa e grazie per le Sue lodevoli iniziative
complimenti ai giudici. un altro capolavoro di giustizia
“Il giudice per le indagini preliminari aveva stabilito, sulla base di una perizia, che pur sussistendo la patologia le condizioni di Montante erano compatibili con la detenzione. Di diverso avviso il Riesame che si è affidato ad un collegio dei periti.”
Chissà quanti detenuti in Italia sono depressi e in attesa di un intervento chirurgico, diamo anche a loro gli arresti domiciliari.
Visto che mancano i braccialetti elettronici, resta “libero”
Quindi almeno il 75% dei detenuti dovrebbero andare ai domiciliari in quanto depressi?
Mandiamo ai domiciliari tutti i detenuti in stato depressivo: questione di par condicio!
E la scorta sul pianerottolo.
solo una parola: VERGOGNA
meno male che la legge è uguale per tutti!!!!!!ma fatemi il piacere!!
Il problema dell inquinamento delle prove secondo me persiste.
Mi pare che ci sia un altro filone di indagini non ancora concluse….