La morte della piccola Giulia| Sotto inchiesta anche la madre

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27 Aprile 2017, 17:24

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PALERMO – La piccola Giulia non poteva stare seduta in braccio alla mamma sul sedile anteriore. È un atto doloroso, ma dovuto quella della Procura che ha iscritto Olimpia Calì nel registro degli indagati per omicidio colposo. Non è la sola. L’ipotesi di reato viene contestata pure alla cognata che si trovava alla guida della macchina, Caterina Mazzola, e a Francesco Roccapalumba, al volante della seconda auto coinvolta nell’incidente mortale di lunedì scorso.

La dinamica è tutt’altro che accertata. La Volkswagen Golf con a bordo la bimba percorreva via Giorgio Arcoleo ed aveva la precedenza rispetto alla Hyundai i20 dei coniugi Roccapalumba che giungeva da via Salvatore Morso. Bisogna accertare, però, l’esatto punto dell’impatto e le fasi successive, quando la piccola Giulia è stata portata fuori dall’auto nel tentativo di rianimarla. Tentativi inutili, così come la corsa all’ospedale Civico.

Il pubblico ministero Claudio Camilleri sta studiando l’informativa della polizia municipale. È l’applicazione del Codice della strada che, di fatto, ha imposto l’iscrizione della madre e della zia della piccola nel registro degli indagati. I bambini di statura inferiore a un metro e 50 centimetri devono essere assicurati al sedile con un seggiolino, adeguato al loro peso e omologato. I bambini che hanno più di tre anni e di statura superiore possono sedere sul sedile anteriore, ma sempre con la cintura di sicurezza allacciata.

Il comma 2 dell’articolo 172 del Codice della strada recita: “Il conducente del veicolo è tenuto ad assicurarsi della persistente efficienza dei dispositivi”. Al comma 10 si legge: “Quando il mancato uso riguarda il minore, della violazione risponde il conducente ovvero, se presente sul veicolo al momento del fatto, chi è tenuto alla sorveglianza del minore stesso”. Potrebbero, dunque, avere avuto delle responsabilità sia la zia che la madre della piccola, oltre al conducente della seconda macchina.

L’iscrizione è un atto di garanzia per gli stessi indagati che potranno così partecipare a tutti gli atti istruttori che saranno disposti dal pubblico ministero.

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27 Aprile 2017, 17:24

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