Il governatore ruggisce: | “Stanco di fare da bersaglio”

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26 Luglio 2013, 19:40

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PALERMO – E’ l’argomento che occupa più tempo. Il Muos prosciuga oltre un’ora della conferenza stampa del governatore a Palazzo d’Orleans. Quando sulla scena arriva la vicenda dell’impianto radar di NIscemi, il volto di Crocetta si fa scuro: i sorrisi spariscono e si alzano i toni. Crocetta è arrabbiato, “stanco di essere bersaglio degli estremisti capaci soltanto di urlare”. Il presidente della Regione ne ha anche per la stampa e “per quei titoli in cui vengo tacciato – lamenta – di tradimento nei confronti della Sicilia, ma io ho soltanto fatto il mio dovere: tentare di tutelare la salute dei cittadini di questa terra”.

Dichiarazioni-fiume in cui il governatore scarica quasi due giorni di tensioni per le critiche ricevute dai comitati No Muos e dalla politica: “Siamo stanchi di fare il bersaglio. Il mio governo non ha rilasciato alcuna autorizzazione sul Muos – urla -. Quell’impianto è stato autorizzato dal governo nazionale e avallato da quello regionale, allora guidato da Lombardo. Il mio esecutivo non ha mai dato alcun via libera. Abbiamo fatto le mosse che la legge ci consentiva. Quelle autorizzazioni erano state date in assenza di uno studio dell’Istituto superiore di sanità e per questo avevamo revocato le concessioni, ma adesso quel parere è arrivato e sembra che quelle antenne a Niscemi siano una specie di Eden – ironizza -. E’ frustrante e terribile essere costretti a fare una cosa che non si vorrebbe fare mai (la revoca dei provvedimenti che imponevano la sospensione dei lavori a Niscemi, ndr), ma il governo non può ignorare la legge”.

Accanto a lui Mariella Lo Bello. Anche quando prende la parola l’assessore al Territorio la strategia non cambia: la miglior difesa è l’attacco: “Quando il governo Crocetta ha imposto la sospensione dei lavori tutti sono saliti sul carro del vincitore a prendersi gli onori, adesso le critiche hanno come obiettivo soltanto il presidente. In questa storia non abbiamo mai arretrato di un millimetro – aggiunge -. L’Istituto di sanità ci dice che non ci sono rischi per la salute, non possiamo fare altro che rispettare le decisioni delle istituzioni ma chiediamo che gli Stati uniti installino a proprie spese una stazione di monitoraggio permanente delle onde elettromagnetiche emesse dal Muos e che questo strumenti vengano affidati all’Arpa”.

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L’intervento del’assessore è soltanto un breve intermezzo nel fiume in piena di Crocetta: “L’unica via percorribile, adesso, è quella legislativa o, in alternativa, che il governo nazionale decida di non autorizzare più il Muos. Tuttavia – prosegue – mi sembra che il governo Letta non abbia alcuna intenzione di negare la costruzione dell’impianto radio. I politici mi criticano? Facciano una legge che vieta il Muos, sarò felice di sostenerla”.

In realtà una legge il governo l’ha già preparata, e interviene sugli impianti radio ma anche sul’eolico e sul trasporto di materiale radioattivo: un ddl di soli tre articoli in cui si dichiara “denuclearizzato” il territorio siciliano e viene “precluso il transito di materiali nucleari”, se non per scopi sanitari. L’articolo due vieta l’autorizzazione di nuovi imoianti eolici che non siano a dimensione familiare e destinati all’autoconsumo. L’articolo tre, infine, vincola alla presenza di uno studio scientifico dell’istituo superiore di sanità la possibilità di nuove grandi installazioni radio “o di impianti capaci di generare un rilevante inquinamento elettromagnetico”.

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26 Luglio 2013, 19:40

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