Museo egizio e i dubbi | Christillin: “Colloqui informali”

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15 Febbraio 2016, 18:38

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CATANIA – Sostenitori e detrattori. Entusiasti e scettici. La notizia della possibile apertura di una succursale del Museo egizio di Torino a Catania, data sabato, ha velocemente scatenato i cibernauti che hanno immediatamente iniziato un tam – tam per capire come, quando e perché uno dei musei più prestigiosi del mondo abbia decico si raddoppiare, aprendo una sede nella città etnea.

Molte le domande che, in queste ore, si sono posti i catanesi, in patria o emigrati, sull’organizzazione alla base di un simile annuncio, sulle modalità di trasferimento dei beni, sui costi. In particolare in seguiito alle parole che il primo cittadino affida a Fecebook. “Venerdì a Torino, dove ero per l’‪#‎Ema2016‬, ho incontrato la Dott.ssa Evelina Christillin e il Dott. Christian Greco, rispettivamente Presidente e Direttore del Museo Egizio di Torino – scrive Enzo Bianco sul popolare social network. Ho pensato che anche i più grandi musei del mondo hanno spesso una “filiale”, come il Louvre. Così ho subito proposto, insieme a Orazio Licandro, di aprire nella nostra città una sezione di uno dei più importanti musei al mondo di cultura egizia. I vertici del Museo hanno accolto la proposta grazie alla credibilità di cui gode ‪#‎Catania‬. Abbiamo informato con grande soddisfazione di questa iniziativa il Ministro Dario Franceschini. La sezione verrà ospitata in un piano del meraviglioso Convento dei Crociferi che stiamo finendo di restaurare. Da domani lavoreremo per realizzare questo bellissimo sogno”.

Insomma, in tanti si chiedono se, oltre l’annuncio, e il lungo post, succederà davvero qualcosa. Tra loro Mario Bucolo, catanese che oggi vive in Inghilterra che, per conoscere i dettagli dell’accordo, scrive alla presidente della fondazione Museo Egizio, Evelina Christillin che risponde evidenziando come non vi sia, allo stato attuale, alcun protocollo d’intesa tra il Museo e il Comune, ma solo “colloqui informali” e che ogni aspetto “sarà verificato e portato avanti dalle autorità isolane”. La direttrice conferma comunque l’interesse per la proposta, “che riteniamo positiva e proficua al fine di sempre maggiori collaborazioni tra enti culturali italiani, così come già avviene in molte parti d’Europa, oltre alla disponibilità, sottoposta alla tutela della Sovrintendenza piemontese responsabile della collezione egizia a noi attribuita in comodato trentennale, di concedere in uso alla sede catanese una parte importante dei nostri reperti”.

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(Foto Ansa)

 

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15 Febbraio 2016, 18:38

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