24 Giugno 2020, 19:49
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PALERMO – L’esito del tampone è arrivato stamattina: 28 dei 209 migranti, salvati in acque internazionali dalla nave Sea Watch e imbarcati sulla nave-quarantena Moby Zazà, in rada a Porto Empedocle (Agrigento), sono positivi al Covid-19. L’esame è stato disposto dopo il ricovero di uno dei profughi soccorsi nel reparto Malattie infettive dell’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta. Una sospetta tubercolosi rivelatasi, dopo gli accertamenti, un caso di Coronavirus.
E mentre il Governatore siciliano Nello Musumeci rivendica la richiesta della nave-quarantena fatta al governo centrale ad aprile “per evitare che si sviluppassero focolai sul territorio dell’isola”, il Viminale assicura che le procedure adottate per i migranti sbarcati dalla nave Sea Watch e accolti per la quarantena obbligatoria garantiscono “la piena tutela della sicurezza sanitaria del Paese”. “Tutti i migranti sono stati sottoposti fin dal loro arrivo alle procedure previste dalle linee guida sul sistema di isolamento protetto – spiegano – Per l’intero periodo sono state adottate misure di isolamento totale per i singoli, con la garanzia del mantenimento della distanza di sicurezza interpersonale sempre e comunque. I pazienti confermati e sospetti per il Covid-19 sono stati alloggiati in ponti isolati della nave: come previsto dalle linee guida, è stata istituita a bordo una ‘zona rossa’ in cui il personale può accedere unicamente con dispositivi di protezione individuali completi”.
Al termine del periodo di quarantena obbligatoria, tutti i migranti verranno sottoposti ad un ultimo screening per garantire la piena tutela della salute pubblica al momento dello sbarco. Ma, nonostante le rassicurazioni del Viminale la polemica politica è destinata a crescere. “Chi ha vaneggiato accusandoci quasi di razzismo – dice Musumeci -, oggi si renderà conto che avevamo ragione. Nelle prossime ore andranno adottati provvedimenti sanitari importanti al principio della precauzione. Voglio sperare che a nessuno venga in mente di non coinvolgere la Regione nelle scelte che dovranno essere assunte”.
“L’Italia non può permettersi di aprire di nuovo le porte a tutti nel momento in cui l’emergenza sanitaria non è ancora finita”, interviene la presidente dei senatori di Fi Anna Maria Bernini che attacca la maggioranza di governo. Immediata la replica del sottosegretario alla Salute Sandra Zampa: “Tutelare la salute dei migranti a bordo della nave Moby Zazà significa tutelare la salute degli italiani. Mantenerli in isolamento come si fa con tutte le persone affette da questo virus significa mantenere un pieno controllo sanitario della situazione. Per questo motivo le parole di Matteo Salvini sono sbagliate e risultano ispirate alla volontà di diffondere panico nell’opinione pubblica”.
Al momento il focolaio del contagio sembra circoscritto. I 181 profughi che viaggiavano insieme ai 28 positivi al tampone, per sicurezza, fra due giorni verranno sottoposti ad un nuovo test rino-faringeo per scongiurare il rischio di una positivizzazione Intanto però sarebbero stati allontanati dagli infettati. Dalla Sea Watch fanno sapere di aver richiesto un secondo tampone per l’ equipaggio, che già si era sottoposto al test prima della partenza, con esito negativo. “Le persone soccorse hanno trascorso ore, talvolta giorni, ammassate in imbarcazioni fatiscenti. Quasi tutte provengono da periodi di confinamento o detenzione in massa in condizioni disumane in Libia, dove, secondo un comunicato diffuso da International Rescue Committee, i contagi di Covid19 sono raddoppiati nelle ultime due settimane”, ha spiegato Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch, il cui equipaggio – a bordo della nave – resta in rada davanti Porto Empedocle. “Siamo coscienti di operare in un contesto pandemico e ci siamo preparati per mesi per sviluppare e adattare le relative procedure sanitarie, non possiamo però sottrarci al dovere, che dovrebbe essere dei governi europei e non della società civile, di soccorrere queste persone e portarle in salvo”, ha aggiunto”. Sulla nave-quarantena “Moby Zazà” – dove fino ad oggi non si erano registrati casi di Covid-19 – erano già in sorveglianza sanitaria altri 47 migranti giunti a Lampedusa con precedenti sbarchi, anche loro sottoposti al tampone. Il gruppo si trova in un’area diversa rispetto a quella dove erano stati collocati i 210 soccorsi nei giorni scorsi. “La nave è chiusa, blindata”, rassicura il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa. “Le criticità – spiega – vanno affrontate e adeguatamente risolte”. E Intanto a Lampedusa altri 71 tunisini sono approdati sull’isola in quattro sbarchi consecutivi nel giro di poche ore. (ANSA).
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24 Giugno 2020, 19:49