29 Maggio 2020, 11:15
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PALERMO – Lasciano, anche con qualche lacrima, un movimento che li ha portati a Palazzo dei Normanni, cuore delle istituzioni regionali, gettandosi alle spalle anni di attivismo e battaglie sotto le cinque stelle fondate da Beppe Grillo. “Ma è anche un momento di sollievo e gioia – dice senza mezzi termini Angela Foti – perché là dentro eravamo visti ormai come i ‘collaborazionisti’ o come la stampella del governo”. La vicepresidente dell’Ars apre le danze e nel gran ballo che vede invitati anche Matteo Mangiacavallo, Sergio Tancredi, Valentina Palmeri ed Elena Pagana si celebra la nascita di Attiva Sicilia. Il nuovo gruppo parlamentare sancisce l’addio al Movimento cinque stelle “ma non l’ingresso in maggioranza – precisa Tancredi, il primo dei cinque ad abbandonare il movimento a seguito di una espulsione -. Siamo e restiamo in minoranza, non prenderemo poltrone di governo”. Per diversi giorni il nome prescelto è stato ‘Sicilia in movimento’, un richiamo alle origini dei protagonisti: tutto era pronto, anche il dominio su internet, ma alla fine l’ha spuntata ‘Attiva Sicilia’.
Nessuna poltrona di governo ma altro discorso sono le commissioni dell’Ars: “Abbiamo messo insieme circa 52mila voti – puntualizza Tancredi -, credo che ci spetti una adeguata rappresentanza nelle commissioni parlamentari”. Il gruppo ha però nelle sue mani la vicepresidenza dell’Ars: “Non ho intenzione di dimettermi – chiarisce Foti, la cui elezione causò la prima frattura interna al gruppo che aveva indicato invece Francesco Cappello -. La carica mi è stata conferita con un voto dal Parlamento e chi ha parlato di inciucio sperava nei voti delle stesse persone che alla fine hanno votato per me”. E allora avanti con un “progetto civico” che, per dirla con le parole di Palmeri, “non ci vedrà né con il governo né con il Pd”. Il neonato gruppo parlamentare, guidato in questa prima fase da Mangiacavallo, sarà alla finestra e giudicherà volta per volta i provvedimenti che giungeranno in Aula.
Impossibile, però, non guardare indietro ai vecchi compagni di un tempo: “Il Movimento 5 stelle ha perso il ruolo che aveva avuto nella scorsa legislatura all’Ars, quello di essere l’ago della bilancia e di raggiungere gli obiettivi, diventando ‘gioco di palazzo’ – è il pensiero di Foti -. Pur essendo venti deputati su settanta non si è riusciti a cavare un ragno dal buco. La nostra è stata una scelta obbligata perché nel gruppo M5s non c’era più possibilità di mediazione. Eravamo visto come le ‘stampelle’ del governo o come i ‘collaborazionisti'”. Secondo la vicepresidente dell’Ars “c’è stato un tradimento” del programma del Movimento cinque stelle e “della fiducia raccolta nei territori”.
“Il nostro obiettivo? Vogliamo terminare la legislatura in maniera dignitosa”, spiega Mangiacavallo mentre Pagana, la più giovane del gruppo, non dimentica il passato tra i pentastellati: “Il movimento ci ha dato tanto e non lo rinneghiamo. Continueremo a decurtarci lo stipendio finanziando i progetti che arriveranno dal territorio”. In Aula il gruppo sarà effettivamente l’ago della bilancia. Palmeri ritorna con la mente alla riforma dei rifiuti bocciata al primo passo a Sala d’Ercole: “Era una legge che serviva alla Sicilia, poteva essere migliorata e invece è stata subito bloccata”. Il principale accusato, ancora una volta, è il movimento: “Uno dei principi originari era quello di appoggiare le buone proposte, da qualunque parte arrivassero, e invece questa idea si è smarrita”.
Leggi anche: Il commento del gruppo del Movimento 5 Stelle.
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29 Maggio 2020, 11:15