29 Aprile 2023, 05:17
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PALERMO – Superare il trauma della rottura con Carlo Calenda, resistere all’Opa lanciata da Renato Schifani, accelerare sul tesseramento e provare a costruire una nuova versione del Terzo polo anche in Sicilia. Italia Viva riparte da Palermo e lo fa con l’assemblea provinciale del partito convocata per le 10 in via Mozart: il primo appuntamento pubblico nell’Isola dopo la rottura con Azione che ha fatto tracollare nuovamente i sondaggi dopo la buona performance offerta alle Politiche del 2022.
Un divorzio che però ha avuto almeno un effetto positivo su Iv, ossia restituire a Matteo Renzi i pieni poteri da leader e i risultati sono stati quasi immediati: il passaggio romano del senatore Enrico Borghi ha riacceso i riflettori su un partito che ormai era avviato alla dismissione e offerto nuova linfa alla creatura dell’ex premier che non pare abbia alcuna intenzione di arrendersi. L’obiettivo, neanche troppo celato, è quello di costruire comunque il Terzo polo, anche se in una nuova versione: non più un matrimonio a due con Calenda, ma un cantiere aperto ai fuoriusciti del Pd, ai liberali (vedi l’ex dem Andrea Marcucci), ai cattolici, a +Europa e a chi, a destra, mal sopporta lo strapotere di Fratelli d’Italia.
Un progetto che, declinato in salsa siciliana, assume contorni un po’ diversi. Perché se Forza Italia in Lombardia e nel Lazio non ha incassato chissà quali risultati alle ultime Regionali, nell’Isola invece gode di ottima salute: esprime il governatore, ha imbarcato l’ex M5s Giancarlo Cancelleri e perfino Caterina Chinnici. E non è un mistero che proprio il presidente della Regione abbia messo nel mirino i centristi: appena una settimana fa, al Politeama, ha avviato il nuovo corso azzurro puntando sulle porte aperte, specie in riferimento ai delusi del Terzo polo che in Sicilia può contare su una pattuglia non troppo numerosa, ma comunque di peso.
I renziani isolani sono guidati da Davide Faraone che a Palermo ha il suo zoccolo duro: in provincia il sindaco di Bagheria Filippo Tripoli, in città un assessore (Totò Orlando) e una pattuglia di consiglieri eletti nella lista di Roberto Lagalla con cui Faraone vanta un rapporto consolidato. I calendiani, di contro, pendono di più sul versante orientale: due consiglieri comunali a Palermo (Fabrizio Ferrandelli e Leonardo Canto), il sindaco di Cinisi Gianni Palazzolo ma soprattutto il parlamentare catanese Giuseppe Castiglione e il sindaco uscente di Siracusa Francesco Italia. La marcia di avvicinamento di Azione alla maggioranza di Lagalla, che qualcuno dava per certa fino a qualche settimana fa, sembra essersi arrestata: “Appena un anno fa gli elettori ci hanno dato il 15% dei consensi in alternativa a entrambi gli schieramenti – dice Ferrandelli – e non mi pare ci siano fatti nuovi”. E’ innegabile, però, che a Catania invece il dialogo col candidato di centrodestra Enrico Trantino sia a buon punto con Azione pronta a candidare i suoi uomini a sostegno dell’esponente di Fdi, praticamente il contrario di quanto fatto nel capoluogo, anche se ancora manca l’ufficialità.
Faraone pare avere tutta l’intenzione di riaccendere i motori del partito partendo proprio da Palermo, dove Iv conta sui coordinatori Toni Costumati e Luisa La Colla: il tesseramento procede a tappe forzate, così come si sono intensificate le nomine dei coordinatori di circoscrizione o di singoli dipartimenti. Un’operazione avviata in vista del matrimonio con Azione, ma adesso irrobustita in vista delle Europee: sembra scontata la nascita di un nuovo soggetto che possa attirare i tanti soggetti centristi in cerca di una buona lista e per Iv è più conveniente arrivarci con una struttura già definita. Del resto il centro in Sicilia non è poi così effimero come nel resto d’Italia e i possibili interlocutori sono numerosi, a partire da chi, come Totò Cuffaro, non fa mistero di intrattenere ottimi rapporti con Renzi, il cui attivismo sembra aver rimescolato le carte della politica non solo nazionale ma anche locale.
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29 Aprile 2023, 05:17