Schifani, Cancelleri e promesse: "Mai più norme impugnate"

Schifani, Cancelleri e promesse: “Mai più norme impugnate”

La convention di Forza Italia al Politeama. Il discorso del presidente della Regione.

PALERMO – L’ospite più atteso era lui e non si può dire che abbia fatto nulla per passare inosservato: Giancarlo Cancelleri arriva alla convention di Forza Italia a Palermo poco prima dell’inizio e si siede proprio dietro al governatore Renato Schifani, accolto dagli abbracci dei nuovi compagni di partito. L’ex viceministro del Movimento cinque stelle, giacca e cravatta d’ordinanza, stringe mani e applaude al video messaggio di Silvio Berlusconi e al discorso di apertura del sindaco Roberto Lagalla. Gli obiettivi dei fotografi immortalano il nuovo corso di Forza Italia targato Marcello Caruso, coordinatore nominato dal Cavaliere in persona al posto del grande assente del giorno, Gianfranco Micciché, rimasto da solo al gruppo misto di Sala d’Ercole.

Inno e bandiere

La manifestazione, organizzata dal gruppo parlamentare azzurro dell’Ars, sembra riportare indietro le lancette dell’orologio: le bandiere forziste, l’inno in loop, il mega schermo e in sala, oltre a Schifani, Lagalla e Caruso, i parlamentari regionali e nazionali tra cui Stefania Craxi, i vertici locali del partito, consiglieri comunali e di circoscrizione. Volti storici come Francesco Cascio, Giulio Tantillo e Pietro Alongi ma anche nuovi acquisti: Cancelleri il più recente, ma in seconda fila spunta anche l’ex ministro Totò Cardinale che oggi nel partito ritrova gli ex sodali di Sicilia Futura come l’assessore regionale Edy Tamajo, applaudito a più riprese, i deputati Gaspare Vitrano e Giuseppe Picciolo. Il Politeama si riempie in fretta e tanti restano fuori, ma riescono a prendere posto l’ex europarlamentare Giovanni La Via, Salvatore Iacolino, Marco Zambuto, un pezzo del sotto governo (da Vito Riggio a Giuseppe Mistretta, passando per Iolanda Riolo e Giulio Guagliano), Francesco Greco e tanti rappresentanti sindacali.

Il nuovo corso

La convention è la prima dell’era Caruso e segna il nuovo corso forzista che prova a riprendere spazio al centro, approfittando del collasso del Terzo polo. “Guardiamo al centro moderato e liberale – spiega il coordinatore isolano – A livello nazionale assistiamo a una polarizzazione della politica fra una destra sociale di cui siamo alleati e una sinistra sempre più a sinistra: Forza Italia rimane al centro, ancorata ai suoi valori europeisti, atlantisti e liberali. Abbiamo svolto un ruolo di collante nella coalizione di centrodestra in cui siamo un punto di riferimento”. Degli alleati, in realtà, non si vede nessuno in platea ma la mattinata è tutta dedicata al mondo azzurro con i deputati che si alternano sul palco. Marco Falcone rivendica un bilancio fatto tutto “con fondi siciliani”, vista l’impugnativa della Finanziaria, “con cui abbiamo dato risposte a tante categorie come i forestali, i regionali, gli ex Pip ma anche le famiglie più indigenti”, Stefano Pellegrino passa in rassegna i ddl del gruppo e rassicura sulla tenuta della manovra, Edy Tamajo annuncia il nuovo bando per l’ex Fiat di Termini Imerese ma parla anche del “nuovo ciclo” del partito: “Qualche iettatore parlava di diaspore, ma il centro politico non è geometrico e siamo noi”.
“Siamo una casa aperta a quanti vogliono condividere i nostri ideali, non ci sono preclusioni”, scandisce dal palco Caruso e gli occhi di tutti si posano su Cancelleri, anche se gli applausi dei militanti sono timidi. Una prova di forza, quella voluta da Schifani, in un momento delicato per il partito a livello nazionale: l’ala più dialogante ha preso il sopravvento a spese di Licia Ronzulli, Berlusconi è ancora ricoverato e il governatore prova a vestire i panni del padre nobile del centrodestra in Sicilia mentre le tensioni fra gli alleati dilaniano la coalizione che si prepara alle Amministrative.

Parla Schifani

“Non avevo messo in conto di poter diventare presidente della Regione”, dice Schifani dal palco dopo un video celebrativo che ne ha ripercorso la carriera politica. “Sono stato scelto come collante della coalizione e proprio per la volontà di far funzionare bene la coalizione non le manderò a dire, non mancherò di evidenziare quello che non va – continua l’ex presidente del Senato riservando parole al miele per Berlusconi – salutato da un commosso applauso generale – e Salvini (‘Il miglior ministro dei Trasporti che la Sicilia abbia mai avuto come riferimento’) – La mia giunta sta lavorando ma alla fine del primo anno è giusto fare un tagliando confrontandomi con i partiti, senza nascondersi nulla e senza mettere la polvere sotto il tappeto”. Nega ogni riferimento a chi lo ha preceduto e annuncia la prossima visita del ministro Raffaele Fitto, con cui ieri ha parlato anche della Finanziaria impugnata: “Troveremo i fondi per i forestali, per i piani antincendio ma posso garantire che quello che è successo non succederà più: utilizzeremo i fondi senza parcellizzarli, recuperandoli con la prossima programmazione e puntando su grandi temi per non perdere i soldi dell’Europa e risolvere i grandi problemi della Sicilia”.

Sicilia e governo nazionale

Un discorso a braccio che sottolinea i buoni rapporti con la premier Giorgia Meloni e tocca i temi del Ponte sullo Stretto (“A Salvini ho detto che servono interventi anche sulla viabilità, come la Palermo-Catania, e all’Anas abbiamo detto che non siamo più disposti ad aspettare, vogliamo rispetto”), del fotovoltaico (“Le Regioni non possono essere esclude dalle royalties e anche al Nord lo stanno capendo, stiamo discutendo con Roma per avere una quota gratuita di energia per le famiglie e le imprese”), dei ritardi nei cantieri come al castello Utveggio di Palermo, della querelle con le compagnie aeree (“Davanti a certi atteggiamenti bisogna essere decisi, la scelta di Ryanair su Comiso è un fatto grave”) e delle trattative con lo Stato per rivedere il patto sul rientro dal disavanzo (“Siamo fiduciosi che si possano sbloccare i concorsi”).

I termovalorizzatori

Poi la stoccata alla burocrazia regionale, con l’impegno a una rotazione dei dirigenti, e i termovalorizzatori: “Li faremo, ne ho già parlato con il ministro Pichetto insieme all’assessore Roberto Di Mauro che ringrazio, replicheremo il modello già usato a Roma con una semplificazione delle procedure, aspettiamo solo la norma. Non possiamo sbagliare o continuare a mandare i rifiuti all’estero o aspettare la settima vasca a Bellolampo: ringrazio il sindaco Lagalla per aver condiviso la nostra idea di due impianti, uno a Palermo e uno a Catania, dove dialogheremo a breve con il sindaco Trantino”.

Amministrative e La Russa…

“Rimarremo uniti alle Amministrative, dove siamo competitivi ovunque, e lo saremo anche alle prossime elezioni provinciali”, continua Schifani che poi vira sul Terzo polo: “Abbiamo il dovere di intercettare gli elettori italiani e siciliani che la pensano come noi, siamo un partito aperto e non mettiamo all’angolo chi vuole avvicinarsi”. Riferimento non troppo velato a Cancelleri, che Schifani loda per le sue battaglie sulle infrastrutture (“E’ stato un avversario ma con stile”), e l’ex ministro coglie l’occasione per alzarsi e salutare la platea dopo aver incassato il benvenuto anche di Antonio Tajani (collegato da remoto) che promette l’alta velocità in Sicilia: “Con il Ponte la realizzeremo”.

La candidatura

Schifani ripercorre la scelta di candidarlo alla Regione, ringraziando Berlusconi e Ignazio La Russa, e non manca di bastonare i senatori forzisti che non hanno votato l’esponente di Fdi alla guida di Palazzo Madama: “Dobbiamo essere fieri di avere il terzo siciliano alla presidenza del Senato, così come dobbiamo essere fieri di avere come Capo dello Stato Sergio Mattarella. Berlusconi ha portato alla ricucitura con il premier che sta lavorando bene e ora guardiamo al futuro”. Infine un appello all’Europa: “Sui migranti non si giri dall’altra parte, noi continueremo a esserci nella logica della solidarietà”.


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