05 Febbraio 2019, 05:44
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PALERMO – Che fine faranno gli sportellisti siciliani? Sospesi tra un mondo della Formazione che li ha esclusi e il prossimo reddito di cittadinanza che potrebbe offrire loro una seconda possibilità. I lavoratori, in cerca di notizie sul proprio futuro si riuniranno domattina in piazza del Parlamento, di fronte Palazzo dei Normanni. Lo stesso Palazzo nel quale, martedì prossimo, si prevede una seduta ‘calda’ della quinta commissione dell’Ars.
Sul tavolo ci saranno le potenziali contromisure per porre fine a una questione che dura da anni e che si è arricchita di nuovi sviluppi con l’introduzione del reddito di cittadinanza e della figura del ‘navigator’, intermediario tra i disoccupati beneficiari del reddito di cittadinanza e le aziende. Nel frattempo, una delibera della giunta regionale ha indicato anche un’altra strada: la possibile collocazione di alcuni tra questi 1.500 lavoratori negli enti privati che gestiranno, insieme ai Centri per l’impiego, le politiche attive del lavoro legate al reddito di cittadinanza.
Le speranze dei lavoratori
E le speranze degli ex sportellisti, in vista dell’entrata a regime del reddito di cittadinanza sono spiegate da Adriana Vitale, rappresentante della categoria: “Il Ministro Di Maio ha chiaramente lasciato intendere il 13 luglio scorso che, per il suo progetto sul reddito di cittadinanza, gli ex sportellisti sarebbero stati le figure ideali – dice Vitale -. Tema affrontato durante il tavolo del 24 gennaio al Ministero del lavoro tra gli assessori regionali e rappresentanti del governo nazionale, dedicato alla crisi di tutto il comparto della formazione professionale siciliana”. Alla promessa del ministro del Lavoro Di Maio si aggiunge una risoluzione della commissione Cultura, formazione e lavoro all’Ars, che ripercorre anche la storia recente degli sportellisti: da anni precari, con fondi pubblici sono già stati riqualificati tramite formazione in politiche attive del lavoro. L’atto della commissione impegna quindi l’assessorato della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, a proporre al governo nazionale di avvalersi degli ex sportellisti per coprire le posizioni di navigator.
Le polemiche all’Ars
Proprio sui navigator, il presidente Luca Sammartino prevede un numero di posti di lavoro ancora da identificare, ma che andrebbe dalle 600 alle 800 unità solo in Sicilia. “Di queste – spiega – il 60% costituisce il bacino applicabile nell’Isola da Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, ndr), mentre il restante 40% è di competenza delle Regioni. Come presidente della commissione Lavoro, peraltro sollecitato da più parti, mi sono sentito di fare una proposta: perché assumere personale esterno e non gli ex sportellisti?”. A opporsi in commissione sono stati i deputati del Movimento Cinque Stelle Giovanni Di Caro, Nuccio Di Paola, Roberta Schillaci e Giampiero Trizzino. “La risoluzione sugli sportellisti non risolve i problemi – affermano -, è solo uno specchietto per le allodole dal sapore preelettorale. La scelta dei navigator avverrà infatti secondo le procedure selettive previste dal governo nazionale su cui non è possibile interferire. È giusto che alle selezioni possano partecipare tutti coloro in cerca di occupazione e che abbiano i titoli per farlo. L’esperienza degli sportellisti, però, non va buttata a mare – proseguono -. Va anzi valorizzata. Sia per loro che per i circa 500 posti di operatore front office si tenga conto delle attività pregresse dei lavoratori già formati in politiche attive del lavoro”. “Chi dice che la risoluzione è ‘fuffa’ sbaglia e offende anche il lavoro della commissione”, aveva replicato Sammartino ai Cinque Stelle, annunciando la votazione, martedì prossimo, di “un atto politico che impegna il governo regionale a prendersi carico, alla Conferenza Stato-Regioni, di un’emergenza sociale che si trascina ormai da troppi anni”. La seduta è già stata soggetta a due rinvii per mancanza di numero legale, l’ultimo dei quali il 30 gennaio scorso.
Centri per l’impiego o enti privati?
D’altro canto, nonostante l’alto numero di dipendenti, nei centri per l’impiego siciliani ci sarebbe carenza di specialisti in politiche attive del lavoro. In questo senso, con una delibera del 29 gennaio scorso, la giunta del governatore Nello Musumeci ha approvato il contenuto di una relazione dell’assessorato della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro. Stando ai dati della relazione, la maggioranza dei 1.777 dipendenti dei centri provvede alla gestione delle procedure amministrative e alle attività di front office (prima accoglienza, presa in carico degli utenti, profilazione, attivazione e gestione di tirocini, e programma Garanzia giovani). Grandi assenti sono invece gli orientatori, specialisti in grado di erogare servizi di livello superiore, come i cosiddetti colloqui di II livello e la presa in carico dei soggetti definiti “in svantaggio”: il report identifica questi ultimi, tra gli altri, coi beneficiari di “REI e/o reddito di cittadinanza sebbene ancora non siano chiari gli elementi caratterizzanti”. Per ogni orientatore è previsto un incarico di 18 mesi per un compenso lordo annuale di 61.740 euro.
A seguito dell’introduzione del reddito di cittadinanza e dei navigator, la questione nazionale si è sovrapposta a quella regionale. La Regione fa presente che sono in corso rilevazioni da parte di Anpal e Anpal servizi, che stabiliranno in che termini (sia economici che di percentuale di incremento del personale) il potenziamento dei Centri per l’impiego sarà riconosciuto alle singole Regioni. La posizione del governo Musumeci dunque è di avvalersi di una norma regionale che permette di procedere alla definizione di un apposito piano finalizzato all’utilizzo dei 385 orientatori-navigator mancanti. Nel frattempo sarebbe in attesa delle determinazioni nazionali, da correlare a interventi su base regionale. Come la creazione di reti di soggetti pubblici e privati che operino nell’ambito delle politiche attive del lavoro, “prevedendo una premialità per i soggetti privati accreditati che procedono all’utilizzo anche del personale di cui all’elenco ad esaurimento dalla legge regionale n.8/2016”, ovvero il bacino degli ex sportellisti. Tra i requisiti necessari all’erogazione di servizi, inoltre, nella delibera si cita “un numero minimo di figure professionali presenti in ogni sede operativa di cui almeno uno con contratto di lavoro coerente con il contratto collettivo nazionale di lavoro, e almeno uno in possesso dei requisiti di cui alla legge regionale n.8/2016”.
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