Nel Pd la “corrente” anti-correnti| “Uniti, di alleanze si parla dopo”

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31 Luglio 2019, 12:43

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PALERMO – Sembrano tanto una nuova corrente ma si presentano proprio come un’iniziativa contro  le correnti. Un gruppo, non una corrente. Contro quel correntismo esasperato che ammazza il Pd. Sono quattro deputati regionali dem, Giuseppe Arancio, Nello Dipasquale, Michele Catanzaro e, assente stamattina per impegni personali, Baldo Gucciardi. Arancio spiega subito che tutti si riconoscono “nel segretario nazionale Zingaretti” e tutti vogliono assecondare la richiesta del territorio, quella di superare le beghe correntizie ma parlare di contenuti. Dice Catanzaro, renziano che oggi si presenta in un gruppo che ha come riferimento Zingaretti: “Il Pd è qualcosa di fondamentale. Sanciamo una cosa importante, siamo al di là della logica litigiosa”. Il partito prima di tutto, proprio mentre Matteo Renzi e Davide Faraone parlano della possibilità di una nuova forza politica. Ma le truppe renziane si stanno svuotando almeno in quella prospettiva. “Non rinnego l’appellativo di renziano perché ritengo che Renzi è un’enorme risorsa per il Pd e la Nazione – dice Catanzaro -. Ritengo che dividersi sia la cosa più sbagliata”. Insomma, altro che scissione, si resta qui. 

Dipasquale e Gucciardi renziani lo erano ma già al congresso hanno mollato l’ex premier per sostenere Zingaretti. Nel documento che presentano oggi si parla del “Pd dei territori”. In sala stampa ci sono Lillo Speziale e Gandolfo Librizzi. E altri due deputati, il renziano De Domenico e l’orfiniano Cafeo. Catanzaro invita i colleghi Cafeo e De Domenico a unirsi a quest’area.

Non si fa menzione della vecchia guardia rappresentata da Antonello Cracolici e di Areadem di Giuseppe Lupo e Anthony Barbagallo, non a Luca Sammartino, che pensa a nuove case politiche. Ma nessuno è escluso dai propositi di unità dei pontieri-pompieri dem.

Catanzaro tende anche la mano a Davide Faraone lanciando un messaggio di unità.

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“Questo è un percorso a cui lavoriamo d tempo. Ve lo dice chi ha votato per Davide Faraone e per Zingaretti a livello nazionale”, dice Nello Dipasquale che parla del “superamento delle logiche correntizie”. E questa “non è una corrente”, dice più volte il politico ragusano, ma “uno spazio politico”. “Uno spazio politico che non vuole dividere ma fare sintesi”, si legge nel documento. “Il Partito democratico non è morto, per i sondaggi è il secondo partito in Italia, altri governando stanno scomparendo”.

Il problema delle alleanze? “Ce lo porremo quando si affronterà il tema delle alleanze. Oggi sappiamo che siamo alternativi a chi ci governa a livello nazionale. Siamo all’opposizione anche qui a Palermo”, ribadisce Dipasquale, che mette di lato le polemiche su dialogo con i grillini sì o no. “Siamo sicuri che questo quadro rimarrà tra uno o due anni?”. Il dibattito oggi è prematuro, sostengono i deputati che vogliono rilanciare l’unità, isolando i propositi secessionisti. Catanzaro aggiunge: “Il segretario nazionale ha dato una linea di non accordo con i 5 Stelle.Ci sono dichiarazioni di correnti. Non è all’ordine del giorno una cosa di questo tipo. Se poi alla Regione siciliana due forze d’opposizione vogliono tatticamente fare un lavoro comune in Aula è un’altra cosa”. “Un tatticismo, non un’alleanza. Lupo lo ha detto anche ieri all’Ansa. A livello regionale non si è mai parlato di alleanze o accordi organici con i 5 stelle”, aggiunge Arancio.

Il gruppo è pronto a collaborare con il commissario Losacco per “fare ripartire il tesseramento”. “Noi siamo rappresentanti di province più piccole della Sicilia che hanno un forte legame con i territori”, sottolinea Dipasquale. Nel gruppo non c’è Palermo e non c’è Catania. Messina potrebbe entrare domani, se De Domenico si convincerà. Intanto, bisogna tenere unito il Pd, curare le metastasi correntizie e ribadire che il Pd è u valore: questi i propositi dichiarati dei quattro deputati.  “Senza esclusioni e preclusioni nei confronti di nessuno”, si legge nel documento. Aperto “a progressisti e moderati”, aggiunge Dipasquale. “Fuori dal Pd non c’è nessun tipo di progetto”, ribadisce il deputato ragusano contro ogni ipotesi di scissione. “Noi abbiamo bisogno di tutti, se stiamo tutti insieme ognuno porta il proprio valore. Poi si può essere maggioranza o minoranza ma è la vita dei partiti. le battaglie siamo per farle all’interno. Lo abbiamo sempre detto anche a Faraone; noi siamo qui e da qui non ce ne andiamo”. “Noi non vogliamo fare il partito della gente che va via – sintetizza Arancio -. Se qualcuno se ne va vuol dire che non vuole bene a questo partito”. “La divisione porterebbe una sconfitta di tutti. E’ la cosa più sbagliata che si può immaginare”, chiosa Catanzaro.

E se il vicesegretario decaduto Antonio Rubino oggi chiede le dimissioni di Lupo da capogruppo, i deputati al tavolo fanno spallucce: “Sono dichiarazioni di correnti. Oggi non mi pare che ci possa essere all’ordine del giorno la discussione sul capogruppo, non lo ritengo necessario”, dice Catanzaro. E in vista del nuovo congresso regionale i pontieri (una definizione che al gruppo piace) si propongono di “creare le condizioni per un segretario unitario, che non crei divisioni e rappresenti sintesi”.

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31 Luglio 2019, 12:43

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