“Niceta, no al dissequestro dei beni” | La procura impugna la decisione

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22 Ottobre 2018, 12:55

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PALERMO – La procura della Repubblica impugna il dissequestro dei beni Niceta e chiede di sospendere la restituzione del patrimonio. Sarà ora la Corte di Appello di Palermo a decidere innanzitutto se bloccare la restituzione e poi entrare nel merito della valutazione.

Di sicuro il pubblico ministero Pierangelo Padova crede fermamente nella ricostruzione dell’accusa, secondo cui, nelle aziende del gruppo sarebbero finiti i capitali accumulati da Mario Niceta, sporcati dalla connivenza con cosa nostra. Mario Niceta è ormai deceduto, gli sono subentrati i figli colpiti dall’iniziale provvedimento di sequestro deciso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo. La stessa sezione che, in una nuova composizione, nelle scorse settimane ha deciso di non procedere alla confisca e di restituire i beni, a cominciare dalle società che gestivano 15 negozi di abbigliamento nel frattempo chiusi.

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Le misure di prevenzione, pur sollevando ombre nel passato dei niceta soprattutto in virtù dei rapporti con la famiglia mafiosa Guttadauro di Brancaccio, ha ritenuto che non c’era prova alcuna dell’immissione nelle società di capitali di provenienza illecita. Ed è su questo punto che insiste uno dei legali degli imprenditori, l’avvocato Salvino Pantuso, che si riserva ulteriori commenti non appena avrà preso visione dell’impugnazione. Sin d’ora spiega che “le perizie disposte dal tribunale hanno escluso che il patrimonio attuale sia inquinato”.

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22 Ottobre 2018, 12:55

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