I sospetti della Procura:| ombre sulla cartella clinica

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01 Luglio 2015, 05:03

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CATANIA- Dietro la morte della piccola Nicole, secondo la ricostruzione dei periti incaricati dalla Procura di Catania, ci sarebbero ombre di gravi errori e bugie. Analizzando le dichiarazioni dei medici indagati, i periti mettono in dubbio quanto riportato in cartella clinica; in pratica, quanto attestato dai medici accusati di omicidio colposo, non troverebbe riscontri. Sono solo alcuni dei particolari svelati dal mensile “S” in edicola

“NESSUN TRACCIATO”. Uno degli elementi sui quali puntano l’attenzione gli investigatori è il tracciato del battito cardiaco, gli investigatori ne hanno sequestrato uno, effettuato dalle 22.06 alle 23.10 nella clinia Gibiino: “Non ricordo di aver mai fatto il tracciato che mi mostrate -ha dichiarato Tania Egitto- anzi ricordo che l’ultimo tracciato era durato ancora meno. Escludo che questo sia stato fatto a me”.

I periti ritengono che “il monitoraggio fetale durante l’ultima fase del travaglio non sia stato adeguato. Un adeguato monitoraggio ed una diagnosi precose della sofferenza fetale…avrebbe dovuto indurre il personale ad un tempestivo taglio cesareo”. Lo stato di sofferenza di Nicole si sarebbe verificato nelle due ore che hanno preceduto il parto “durante le quali -sottolineano i consulenti della Procura- non venne monitorato adeguatamente il battito cardiaco, la mancanza di un attento monitoraggio non ha dunque consentito di stabilire l’orario preciso in cui tale sofferenza si sia manifestata”.

Se il tracciato cardiografico delle 22.06 non è stato eseguito, come sembra dalle dichiarazioni dei testimoni, “il tempo durante il quale la paziente è rimasta scoperta da monitoraggio risulta ancora più lungo”, sostengono i consulenti della Procura. Dall’esame istologico, i periti notano “chiari segni di alterato scambio materno fetale”, durante il travaglio “di certo si è manifestata una sofferenza fetale non riconoscita nell’assistenza al parto”. Senza tracciato continuo, il battito del cuore della piccola sarebbe stato rilevato 6-7 volte “appoggiando” uno strumento.

ECOGRAFIA NEGATA. La madre di Nicole non si dà pace: “Durante il travaglio -si legge nei verbali della Procura- avevo sentito la bambina muoversi, più volte avevo chiesto di farmi un’ecografia ma mi avevano risposto che non era necessario…dopo circa 20minuti dalla nascita ho sentito un piccolo miagolio, come un lamento, diverso da un vagito. E’ stato l’unico suono emesso da Nicole che io ho sentito”.

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LE INCONGRUENZE – I periti della Procura puntano l’attenzione su presunte incongruenze tra quanto riportato in cartella clinica e quanto avvenuto realmente. Maria Palermo, pediatra, avrebbe rassicurato Tania dicendo che la bambina era stata intubata e che aveva un colorito roseo “e aveva ripreso il tono muscolare”, contemporaneamente però, racconta la madre di Nicole- “i dottori parlavano a voce bassa, vedevo che erano preoccupati e avevano iniziato a fare telefonate…sentivo parlare della mancanza di posti disponibili e ad un certo punto ho sentito la parola Ragusa. I medici uscivano, entravano e parlavano tra di loro come se volessero cercare di minimizzare la situazione. Ho sentito comunque qualcuno dire di portarla al pronto soccorso, ma gli altri rispondevano che non c’era bisogno”.

Viene eseguito, il test di Apgar, cioè l’analisi del battito cardiaco, capacità respiratoria, tono muscolare, riflessi neurologici, colorito di pelle e mucose. Cinque minuti dopo la nascita l’anestesista Antonio Di Pasquale attribuisce un punteggio di 7, la normalità, a testimonianza di una stabilizzazione che sarebbe avvenuta dopo che era stato attribuito un punteggio di 1, cioè condizioni gravissime, al momento della nascita. La cartella clinica è stata falsificata? Entro i 5 minuti successivi al parto, la bambina, stando all’indice di Apgar riportato dai medici della Gibiino, sarebbe stata intubata con una saturazione di ossigeno del 94%, cioè superiore addirittura di 9 punti percentuali rispetto ai “target di saturazione previsti oggi alla nascita e ben conosciuti da Di Pasquale”. In pratica stava benissimo, secondo la cartella clinica e respirava a pieni polmoni.

“Come mai -si chiedono i consulenti- sia la mamma che Lucia Bonaccorso dicono di aver sentito dopo circa 20minuti dalla nascita un vagito della neonata (fortemente improbabile in un soggetto intubato dal momento che la presenza di un tubo a livello tracheale impedisce la motilità delle corde vocali e quindi l’emissione di suoi, e solo dopo questo vagito la Bonaccorsi dice di aver sentito Di Pasquale dire all’anestesista che la bambina doveva essere intubata?”. Anche la Palermo ha confermato che l’intubazione sarebbe avvenuta dopo 20 minuti.

Se, secondo Di Pasquale, neonatologo, la bambina era stata intubata dopo cinque minuti -si chiedono ancora i consulenti- “perché sostiene di aver inserito un sondino raccomandato solo nelle lunghe manovre di rianimazione con ventilazione a maschera?” Di Pasquale, durante la ricerca di posti letto, non ha cateterizzato l’ombellico, né avrebbe “procceduto al reperimento di un vaso periferico che avrebbe consentito la stabilizzazione emodinamica e metabolica della bambina”.

Andrea Di Pietro, padre di Nicole, ha registrato un ulteriore video subito dopo il parto. “I medici erano molto tesi -ha raccontato Andrea Di Pietro- e litigavano tra loro perché non trovavano le giuste misure delle cannule da inserire. Ho sentito uno dei medici dire agli altri di improvvisare”.

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01 Luglio 2015, 05:03

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