Nidi di cicogne sui tralicci

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04 Settembre 2016, 13:51

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CATANIA – La città baciata dalla natura. È ancora Catania la sosta prediletta delle cicogne bianche, che sono tornate a sceglierla anche quest’anno per partorire i loro piccoli cicognotti. Dove esattamente? Sempre sui tralicci dell’alta tensione dell’Enel, nella zona industriale. E lì dove le coppie preferiscono creare il loro nido: per loro sono dimore più sicure rispetto ai campanili e ai tetti delle case. Le cime delle torri da circa una ventina d’anni sono infatti “colonizzate” da questi splendidi uccelli migratori provenienti dall’Africa. Il risultato è uno spettacolo suggestivo che tiene il naso dei passanti all’insù. Un lieto evento però tutt’altro che insolito. A spiegare nei dettagli il fenomeno è Giuseppe Rannisi, della Lipu etnea (lega italiana protezione uccelli) quale organizzazione che da anni esegue un attento monitoraggio della specie nell’ambito del “progetto cicogna”.

“I tralicci sono sicuri per le cicogne – risponde Rannisi – perché nessun uomo può arrampicarsi fino a lassù. Vengono utilizzati come supporto e sono adatti per nidificare. Alle cicogne bianche interessa che il nido sia al sicuro è che ci sia cibo a sufficienza. Sono dei grossi trampolieri che si nutrono essenzialmente di rane, rospi, grosse cavallette e qualche topo”. La nidificazione sui tralicci tuttavia non è priva di rischi per i maestosi animali che potrebbero incorrere in qualche problema di elettrocuzione, cioè rimanere folgorate, “Tant’è – continua l’esperto – che l’Enel spesso si preoccupa di mettere in sicurezza le linee elettriche. Ma nonostante ci siano dei rischi per le cicogne, loro sanno che nessun predatore può attaccare il loro nido. Quindi a loro probabilmente va bene così. E l’aumento delle coppie negli ultimi anni lo dimostra”.

La provincia etnea al momento ospita circa venti coppie di esemplari. In totale in Sicilia sarebbero circa ottanta le coppie di cicogna bianca presenti. “Nella zona industriale di Catania – spiega – di Catania abbiamo circa venti coppie che nidificano: lungo l’asse di Spina, l’autostrada, vicino al mercato agroalimentare, e nidi anche ad Adrano e al ponte Barca a Paternò”. La prima nidificazione della cicogna bianca è avvenuta negli anni ‘90 a Catania, vicino al lago di Lentini dove è arrivata la prima coppia. “Allora – aggiunge Rannisi – fu una novità per gli studiosi della fauna siciliana. Già molti anni fa nel lago di Lentini la Lipu aveva appositamente predisposto i primi nidi artificiali proprio per agevolare questa gradevole “colonizzazione”. Poi il numero delle coppie è cresciuto significativamente, tanto da arrivare ad occupare anche i tralicci dell’Enel” . E così nel tempo si è dato vita ad una colonia di cicogne nidificanti a Catania. “Si tratta di animali “opportunisti” – prosegue Rannisi – che avendo trovato qui delle buone condizioni di cibo ogni anno decidono di fermarsi. Finita l’estate, le coppie si involano con i piccoli verso l’Africa dove trascorrono l’inverno, per poi fare un ritorno in Sicilia la prossima primavera”. Ma non sempre questo accade: la migrazione è un’impresa ardua e rischiosa per gli uccelli, ciò spinge alcune coppie di cicogna bianca a rimanere a Catania anche durante l’inverno, date anche le condizioni climatiche molto buone.

Nell’immaginario collettivo la cicogna è da sempre considerata simbolo di gioia e fertilità. “La cicogna è ritenuta portatrice di fortuna – spiega – ed evoca la vita. Ecco perché è sempre associata al neonato che nasce. Sono gradevolissimi e non fanno male. Fa molto piacere che questi animali stiano qui, sono animali grandi con un’apertura d’ali di circa due metri, vederli volare, la fase di corteggiamento e i primi voli dei piccoli sono un vero spettacolo della natura. Alcuni paesi sperano addirittura in una sosta delle cicogne, predisponendo le piattaforme per invogliarli a rimanere, mentre qui a Catania arrivano da sole”.

Ma come gli esseri umani devono comportarsi per avere cura di questi animali? “La raccomandazione – dice Rannisi – rivolta ai cacciatori è quella di rispettarli, ma soprattutto è rivolta ai bracconieri: sparare ad una cicogna è come sparare ad un bambino. Gli agricoltori dal canto loro dovrebbero invece attenersi alla normativa vigente non mettendo fitofarmaci nelle coltivazioni. Fattore che potrebbe causare l’avvelenamento degli animali, come già avvenuto: abbiamo rinvenuto alcune cicogne bianche morte e altre ferite da armi da fuoco” – conclude Rannisi.

 

 

 

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04 Settembre 2016, 13:51

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