Cronaca

“No al Green pass”, in campo prof e studenti: “Ecco perché”

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27 Agosto 2021, 15:44

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Un fronte composto da più di cento persone tra professori, amministrativi e studenti dell’Università di Palermo è contrario al certificato verde e si è rivolto al rettore per trovare soluzioni alternative. Prima fra tutte quella dei tamponi gratuiti per “studenti, docenti e personale Tab che hanno legittimamente scelto di non vaccinarsi”. Il professore associato di Marketing della facoltà di Economia di Palermo Gandolfo Dominici, che ha promosso la petizione online rivolta al rettore Micari, intanto denuncia attacchi sui social da parte dei colleghi. Mentre il professore Massimo Costa scrive di costrizione alla vaccinazione con “violenza e minaccia”.

Dominici: “il test è più sicuro dei vaccini”

“Sto subendo – scrive su Facebook il professore Gandolfo Dominici – shitstorm de parte dei colleghi Unipa a seguito della lettera per test covid gratuiti”. Il professore, per sostenere le sue ragioni, parte dalla tutela costituzionale al diritto all’istruzione e ricorda anche che il testo del regolamento Ue 221/953 (sul green pass nell’Ue) vieta l’uso del certificato in senso discriminatorio verso le persone che “hanno scelto di non vaccinarsi”. La richiesta punta, insomma, a evitare a “studenti e personale di effettuare ripetutamente test antigenici rapidi a proprie spese.” Spese che in base ai prezzi dei tamponi variano tra i duemila e i quattromila euro l’anno, ha calcolato il sito specializzato orizzontescuola.it. Gandolfo Dominici ricorda che non è soltanto la legge a invitare ad una soluzione alternativa all’obbligatorietà del green pass, ma anche la scienza. “Di fatto – scrive – dal punto di vista della sicurezza sanitaria, il test è più sicuro del vaccino. E’ infatti noto che alcune varianti si manifestano anche nelle persone vaccinate”. Tesi che trova conforto anche nell’Agenzia europea del farmaco che al punto numero 13 delle faq sui vaccini per il Covid19 scrive che “le persone vaccinate dovranno continuare a indossare le mascherine, a evitare assembramenti in luoghi chiusi, a rispettare il distanziamento sociale e tutte le altre norme.”.

Costa: “costretto con violenza e minaccia”

Una lettera analoga e più dura è stata scritta anche da Massimo Costa, professore ordinario di Scienze economiche, aziendali e statistiche dell’Università di Palermo. Il professore Costa, studioso anche di discipline storico-sociali, scrive che il green pass costituisce di fatto un obbligo alla vaccinazione con un preparato ad oggi sperimentale e per il quale viene chiesto, al cittadino, il “consenso” informato. “Il “consenso” in parola – scrive sui social il professore Costa – è ovviamente oggetto di ricatto ed estorsione – mi assumo la piena responsabilità dei termini che sto usando in questa occasione – e quindi è semplicemente formale, inesistente, nullo. Ciò sarà fatto valere, se ancora esisterà in questo regime una magistratura capace di giudicare in maniera indipendente dai gruppi di potere che si sono impadroniti della Cosa Pubblica, nelle sedi opportune.”

“Chiedo garanzie al rettore”

Continua dicendo che l’idea che“ alla “fresca” età di 54 anni, io possa rifiutare questo trattamento sanitario unitamente allo stipendio, e cercare di trovare una nuova attività è appunto soltano una ipotesi puramente teorica” e dunque chiede al rettore delle garanzie prima di sottoporsi obtorto collo alla vaccinazione. Chiede, infatti, di “prescrivermi intanto un esame sierologico preventivo per conoscere il mio attuale titolo anticorpale al fine di valutare il rischio di reazione avversa (ADE)”. Costa chiede anche che il rettore gli certifichi “l’assenza di ogni e qualsiasi controindicazione contro il trattamento sanitario del vaccino anti Covid19 al quale sono attualmente costretto sotto minaccia e violenza morale da parte dello Stato italiano.”

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Il rettore uscente Fabrizio Micari, intanto, ha fatto sapere che l’Università di Palermo non pagherà i tamponi a chi non si vaccinerà perché, sul green pass, esiste una legge nazionale che l’Ateneo condivide.

Il professore Massimo Costa precisa che la lettera non era indirizzata al rettore dell’Università di Palermo, ma che era “una riflessione di carattere generale e destinata ai rettori universitari in genere”. Precisa, infine, di “non partecipare ad alcuna polemica in atto in questi giorni”. La redazione prende atto della precisazione del professore Costa e specifica di avere acquisito frasi e posizioni sul green pass e sulla vaccinazione dai suoi post pubblicati su social network e blog.

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27 Agosto 2021, 15:44

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