26 Maggio 2012, 19:06
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“Non andrò all’assemblea regionale del mio partito”. Rosario Crocetta diserterà la resa dei conti. Lui non ci sarà, nonostante sia tra i firmatari della richiesta di mozione di sfiducia a Giuseppe Lupo, “ma da allora sono cambiate molte cose. Oggi dobbiamo smetterla di litigare e tornare a parlare di politica”.
Perché, all’assemblea di cosa si parlerà?
“Sempre delle stesse cose. Da mesi siamo all’interno di una discussione che riguarda il gruppo dirigente. E non ci accorgiamo dei tanti errori che tutti abbiamo commesso”.
Ad esempio?
“Aprire la crisi del partito alla vigilia delle elezioni amministrative ha fatto malissimo al Pd. E i risultati si sono visti”.
Quindi, lei non andrà.
“No, non andrò. Non mi interessano le mozioni di sfiducia, mi interessa la politica”.
Ma lei non era tra i 190 firmatari della richiesta di quella mozione?
“Certo. Ma già allora la mia firma aveva l’intento di stimolare una discussione all’interno del partito. E invece, oggi si discute di numeri, di teste che devono cadere”.
A proposito di numeri. Se la sua decisione fosse seguita da altri componenti dell’assemblea, la sfiducia a Lupo sarebbe assai improbabile. Lei è al corrente se altri esponenti del Pd hanno deciso, come lei, di non presentarsi al San Paolo Palace?
“Guardi, in tanti mi hanno chiamato. Io ho spiegato il perché della mia scelta. E devo dire che molti miei colleghi del Pd la pensano come me. Anche tra quelli che avevano chiesto la mozione di sfiducia”.
Lei cosa ha detto a queste persone?
“Ho chiesto di lasciarmi da solo nel mio dolore (ride, ndr). Non vorrei che qualcuno pensasse che sto formando una nuova corrente. Nel Pd ce ne sono fin troppe”.
La spieghi anche noi la sua idea. Perché non andrà?
“Le fiducie e le sfiducie mi creano persino dei problemi di coscienza. Come se fosse una questione personale”.
E invece?
“Dobbiamo parlare di politica, gliel’ho detto”.
Partendo da dove?
“Partendo dalla constatazione di una cosa evidentissima: l’esperienza del governo Lombardo è finita. È il momento di dire addio al leader dell’Mpa”.
Ci state pensando un po’ tardi, forse. In fondo, le elezioni sembrano vicine.
“Certamente noi dovevamo staccarci dall’alleanza con Lombardo molto prima. Ha avuto un senso nei primissimi momenti, quando non era utile a nessuno accelerare una crisi che portasse a nuove elezioni. Ma noi abbiamo un po’ esagerato…”.
In che senso?
“Non solo questa alleanza è rimasta in piedi troppo a lungo, ma si è via via fatta sempre più stretta ed è anche stata certificata dall’ingresso in giunta di assessori riferibili al nostro partito”.
Lei parla di abbandonare subito Lombardo, altri però nel suo partito, come Totò Cardinale, ad esempio, considera utilissima, anzi imprescindibile l’alleanza col cosiddetto “Nuovo Polo”.
“Io non la penso così. Io credo, invece, che il Pd dovrebbe riprendere il discorso con i partiti che sono più ‘naturalmente’ vicini. E mi riferisco a Idv e Sel”.
Quindi, addio a Lombardo, anche in vista delle Regionali?
“Esatto. Mi pare molto difficile una nuova alleanza con l’Mpa- Non possiamo certamente pensare di sfasciare il centrosinistra solo per tenere in piedi l’alleanza con Lombardo. Senza considerare un altro aspetto fondamentale…”
Vale a dire?
“C’è una vicenda giudiziaria in corso per reati gravissimi. Io, dal canto mio, credo nella buona fede di tutti e auguro al governatore di dimostrare la sua innocenza. Ma il nostro partito sta pagando troppo pesantemente questa alleanza”.
E crede possa pagare ancora…
“Ovvio. Anche alle prossime regionali saremo indicati come il partito vicino a Lombardo. Dobbiamo staccarcene prima possibile”.
Lei forse, anche per la sua storia personale, è particolarmente sensibile alla vicenda che riguarda Lombardo, accusato di concorso esterno in mafia. Perché, invece, un suo compagno di partito, che come lei ha fatto dell’antimafia un segno distintivo della propria azione politica, continua a sostenere l’alleanza col governatore? Mi riferisco all’onorevole Beppe Lumia, ovviamente.
“Guardi, io questo non lo so. O meglio, penso che Lumia sia convinto dell’innocenza di Lombardo. In totale buona fede e senza nessun ragionamento di opportunismo politico, o cose del genere. Io so solo che il presidente Lombardo è sotto processo per reati gravissimi e la politica credo debba anche assumersi il ruolo di tutelare i cittadini, anche l’immagine dei siciliani”.
In che modo?
“Credo che, più che il Pd, dovesse essere Lombardo a fare un passo verso la Sicilia, dimettendosi subito dopo l’imputazione coatta”.
Il Pd comunque poteva prenderne le distanze.
“È così. Anzi, le dico di più: il partito ha dimostrato di essere un po’ incoerente”.
Che vuole dire?
“In altri casi, e mi riferisco ad esempio all’imputazione coatta per il ministro Saverio Romano, il Pd ha chiesto a gran voce le dimissioni. Invece con Lombardo…”.
Invece con Lombardo avete continuato a governare alla Regione...
“Questo accordo è stato sconfitto dalla storia. Spero se ne renda conto anche lo stesso Mpa. Tra l’altro, lo stesso Lombardo ha definito il suo movimento come un ‘partito di potere’. Ha capito anche lui che non è più quel movimento autonomista che voleva essere in origine, ma un partito di clienti”.
Insomma, questa vicinanza con Lombardo sembra aver solo fatto male al Pd.
“È così. Ad esempio, alle amministrative di Palermo noi avevamo scelto un ottimo candidato, Fabrizio Ferrandelli. Sono convinto che la sua sconfitta sia legata anche al fatto che la gente, non si sa bene perché, considerasse Fabrizio vicino a Lombardo. Così ha vinto Orlando, semplicemente per il fatto di essersi posto come il più autorevole tra gli aspiranti sindaci”.
Torniamo un attimo alla vostra assemblea regionale, a questa “resa dei conti”. Si parla di un possibile commissariamento del suo partito.
“Questa sarebbe una sconfitta per tutti. Il partito deve trovare una soluzione alternativa”.
Che soluzione si può trovare? L’area Cracolici-Lumia non vuole ritirare la mozione, mentre il segretario Lupo non ha alcuna intenzione di dimettersi.
“Il tema è proprio questo. Bisogna che tutti facciano mezzo passo indietro. A cominciare da chi ha presentato la mozione”.
In che senso?
“La ritirino. O la trasformino in una discussione, senza chiedere la testa di nessuno”.
E Lupo che dovrebbe fare?
“Accettare magari l’idea di estendere la segreteria alle altre anime del partito. Una soluzione temporanea, per evitare lacerazioni, e andare verso il congresso del partito in un clima più sereno”.
E intanto però lei a questa assemblea non va…
“Io amo il gioco di squadra. Se non vado non è certo per cercarmi una nicchia dalla quale giudicare. Non vado solo perché mi addolora vedere un partito che litiga. E persino impedisce ai giornalisti l’accesso all’assemblea. Perché, dobbiamo avere paura?”.
A chi lo dice…
“Avete ragione. Si è trattato dell’ultimo, clamoroso autogol del mio partito”.
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26 Maggio 2012, 19:06