Non solo Di Bella| Ecco i "paperoni" dell'Ars - Live Sicilia

Non solo Di Bella| Ecco i “paperoni” dell’Ars

Sono diversi i dirigenti dell'Assemblea con una indennità superiore a quella fissata dal nuovo tetto alle retribuzioni da 240 mila euro. Molti di loro, però, dal primo ottobre potranno andare in pensione. Mentre l'attuale segretario generale andrà via prima: entro la fine di luglio. Ed è già partita la corsa alla successione.

Il parlamento
di
4 min di lettura

PALERMO – Non solo Di Bella. Quel tetto è troppo basso per tredici dirigenti dell’Assemblea regionale. Molti dei quali pronti a “fuggire”, ad andare in pensione. Con quale trattamento? Non si sa ancora, per quello si aspetterà un parere che il Consiglio di presidenza ha chiesto all’Avvocatura dello Stato.

Il dato però è un altro. Se i riflettori, da mesi, sono puntati sul massimo burocrate dell’Assemblea, non mancano altri grand commis del parlamento che al momento sono destinatari di indennità superiori a quelle fissate dal nuovo tetto da 240 mila euro. Stipendi, insomma, che vanno dai 280 ai 330 mila euro annui. Di gran lunga superiori, insomma, persino al “vecchio” e contestatissimo tetto dei dirigenti regionali: 250 mila euro omnicomprensivi. Stipendi in alcuni casi equivalenti al doppio del limite invece fissato recentemente dalla Regione: 160 mila euro.

Stipendi d’oro, insomma. E nessuno potrà eccepire granché. Fatte le doverose premesse: che si tratta, cioè, di indennità legate a quelle del Senato, che questi lavoratori sono tutti entrati all’Ars per concorso e che i livelli retributivi sono anche il frutto degli scatti di anzianità. Dei 13 “paperoni” dell’Ars, infatti, in undici, dal primo ottobre, avranno raggiunto l’anzianità necessaria per andare in pensione. Due di loro, nel frattempo, sono già andati via. Anzi, uno di loro ha solo messo un piede fuori da Palazzo dei Normanni.

Ma chi sono i dipendenti dell’Ars con le indennità da capogiro? Si tratta di direttori e capi ufficio: Mario Di Piazza, Antonino Purpura, Salvatore Di Gregorio, Domenico Cuccia, Paolo Modica de Mohac, Francesco Ajello, Filippo Palmeri, Laura Salamone, Giuseppe Zarzana, Eugenio Consoli, Antonino Tomasello (fratello dell’ex segretario generale, andato recentemente in (dorata) pensione), Cosimo Alessi e Patrizia Perino. Oltre, ovviamente, a Sebastiano Di Bella, il cui stipendio (e persino il curriculum) resta un mistero.

Sono andati in pensione nei giorni scorsi, invece, il vicesegretario generale Silvana Tuccio e il capo dell’ufficio informatica Gaetano Savona. Quest’ultimo, a dire il vero, resta con un piede a Palazzo dei Normanni. Per lui, “proprietario” del sistema informatico Icaro, col quale l’Assemblea gestisce ad esempio il sito ufficiale e le banche dati, è pronto un prezioso contratto di consulenza.

Insomma, i “big” con gli stipendi superiori al tetto da 240 mila euro, escluso il segretario generale, al momento sono tredici. Ma presto potranno essere molti di meno. Dal primo ottobre, infatti, nove di loro otterranno i requisiti per andare in pensione (tutti, insomma, tranne i dirigenti Perino, Di Piazza, Salamone e Purpura). Gli altri, invece, potranno lasciare l’Assemblea regionale. Ma con quale trattamento pensionistico? Con quello che fa riferimento all’attuale stipendio, o con quello frutto del taglio, che diventerà effettivo dal primo di agosto?

Un problema che si stanno già ponendo anche gli uffici del Parlamento. I deputati questori infatti avrebbero anche chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato. Mentre appare ormai certo che nei mesi di agosto e settembre, molti di questi dirigenti andrà in “ferie forzate”. Intanto, una cosa è ormai certa. L’attuale segretario Di Bella andrà in pensione entro la fine di questo mese. La notizia sarebbe già stata comunicata dallo stesso Di Bella al presidente Ardizzone tramite una lettera riservata. Resta da capire se il segretario generale porterà con sé, fuori da Palazzo dei Normanni, il segreto sul proprio maxi stipendio. Intanto, tra i corridoi del palazzo è già partita la corsa alla successione per la poltrona del più alto burocrate del Palazzo di vetro. E d’oro.

*Arriva la precisazione del funzionario della commissione Bilancio Filippo Palmeri: “Smentisco – dice a Livesicilia – che il mio stipendio superi il tetto dei 240mila euro l’anno, ma si attesta ad una cifra inferiore in ragione alla mia anzianità di servizio e al mio incarico come capo ufficio del Bilancio”. 

Riceviamo e pubblichiamo:

Spett.le Redazione,

formulo la presente in nome e per conto del Sig. Cosimo Alessi per chiedere, a rettifica dell’articolo apparso sulla testata giornalistica online “Live Sicilia” in data 11 luglio 2014 ore 13:49 a firma del Sig. Accursio Sabella,  la rimozione di ogni riferimento al predetto mio assistito.

Il testo in questione, infatti, erroneamente annovera il Sig. Alessi tra i dipendenti ARS che percepiscono uno stipendio superiore agli Euro 240.000,00 annui attestandosi, in realtà, gli emolumenti percepiti dal predetto, su somme nettamente inferiori.

Si ritiene, peraltro, opportuno precisare che il Sig. Alessi ha già alle proprie spalle ben ventisei anni di servizio essendo stato assunto a seguito di pubblico concorso nel 1988 con la qualifica di Segretario Parlamentare.

Chiedo, pertanto, la rimozione dall’articolo indicato in premessa,  di ogni riferimento esplicito al Sig. Cosimo Alessi.

Certa della Vostra disponibilità, porgo

Cordiali saluti

Avv. Alessia Alessi

Riceviamo e pubblichiamo

Con riferimento all’articolo pubblicato su Live Sicilia il giorno 14 luglio u.s. ” Non solo Di Bella, ecco i Paperoni dell’Ars” Le comunico, ai fini della necessaria rettifica, che il mio stipendio non supera il tetto dei 240 mila euro l’anno attestandosi invece ad una cifra inferiore. Cordiali Saluti.

Patrizia Perino

Consigliere parlamentare dell’assemblea regionale siciliana.


Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI