14 Agosto 2012, 10:17
5 min di lettura
Quella di Windjet è una storia lunga appena nove anni. Una storia lunga, appesa al vertice di oggi con il ministro Passera. Nove anni in cui, tuttavia, la compagnia aerea è stata in grado di ritagliarsi un posto significativo nel panorama dell’aviazione civile italiana. Nata nel 2003, Windjet è stella del firmamento aziendale dell’imprenditore catanese Antonio Pulvirenti (nella foto), proprietario, fra le altre cose, della catena di discount Forté, della Platinum Hotels, della Logime, azienda di trasporto merci, della Meridi, che opera nel settore della grande distribuzione, dell’azienda agricola Biorossa e dal 2004 del Calcio Catania, che ha portato in soli tre anni dalla serie C alla massima serie. Un firmamento, questo, fatto di aziende che si intrecciano fra loro possedendo l’una diverse quote dell’altra, tutte guidate dalla holding di famiglia, la Finaria Spa.
Sin dal 2003, anno della sua nascita, Windjet si impone come una delle prime compagnie low cost italiane. Un’idea di successo che porta la creatura di Pulvirenti, la prima anche ad offrire una buona copertura delle tratte dalla Sicilia verso l’est europeo, ad allargare il numero delle destinazioni, con una invidiabile flotta di 12 aeromobili e le sedi di Catania e Palermo, a cui presto si aggiunge quella di Forlì, che verrà successivamente trasferita a Rimini. Il 25 gennaio 2012 una rinvigorita Alitalia tenta l’affondo sul vettore catanese e sull’altra low cost italiana, Blu Panorama. Assalto che, mentre per Blu Panorama va a vuoto, nel caso di Windjet riesce ed il 13 aprile dello stesso anno si concretizza con la firma del contratto che segna l’acquisizione da parte della compagnia di bandiera del’azienda catanese. L’idillio con Alitalia, tuttavia, dura ben poco, ci pensa l’Antitrust a mettere un freno alle velleità di Alitalia, che se desidera acquistare Windjet deve rinunciare a tre slot, ossia tre licenze di volo in determinati orari. La compagnia guidata da Colaninno ci pensa su. Dopo diversi calcoli Alitalia giunge alla conclusione che acquisire Windjet a quelle condizioni le costerebbe una perdita ingente negli anni a venire. Inizia, allora, il gioco al ribasso. Parte la trattativa che si protrarrà fino ad oggi e che, probabilmente, sta andando, in via sotterranea, ancora avanti.
Il 26 aprile 2012 è l’inizio del tracollo. Windjet annuncia di aver avviato la procedura di messa in mobilità per i suoi 504 dipendenti, a causa delle gravi perdite economiche subite negli ultimi anni per effetto dei colpi della crisi che ha investito il settore del trasporto aereo. Inoltre il caro benzina, lo scontro di un aeromobile con uno stormo di uccelli, gli effetti dannosi di una grandinata e, per finire, il fuori pista del 24 settembre 2010 all’aeroporto di Palermo, costato alla compagnia oltre 20 milioni di euro, hanno spinto il vettore in una situazione di perdita. “182 mila euro nel 2009, oltre 3 milioni nel 2010, con una previsione di 10 milioni per il 2011” fa sapere Windjet in una nota. L’unica speranza per i 504 dipendenti e per gli oltre 300 uomini legati all’indotto è l’intervento di soggetti terzi a salvare il salvabile rilevando la compagnia e questi soggetti terzi rispondono ancora una volta al nome di Alitalia, le cui richieste al ribasso non si fermano. Inoltre, nodo cruciale della trattativa, sono le richieste, da parte della compagnia di bandiera, di garanzie immobiliari all’attuale proprietà di Windjet, ma Pulvirenti non sembra gradire la proposta e la trattativa sembra nuovamente arenarsi.
Il 7 agosto, tuttavia, la sorpresa. Pulvirenti cede. Sì alle garanzie immobiliari. Le parti lasciano che a portare avanti la trattativa siano i rispettivi legali, impegnati a riscrivere il contratto di acquisizione alla luce delle nuove concessioni. Persino l’Enac, che finora ha premuto perché si giungesse a un accordo, imponendo anche una deadline dopo la quale avrebbe revocato la licenza a Windjet, rea di non rispettare da tempo i requisiti minimi per continuare a volare, seppur di poco, ammorbidisce la propria posizione e chiede un incontro ai dirigenti della compagnia low cost. Sembra tutto fatto. Da limare ci sono ancora questioni legate alla revisione dei motori degli aeromobili e su chi dovrà sobbarcarsi la spesa per la costosa procedura.
Pochi giorni dopo, venerdì 10 agosto, tuttavia, la tensione si fa alta. Vito Riggio, presidente dell’Enac dichiara “Per noi Windjet non esiste più”. I dirigenti della compagnia di Catania, dopo aver chiesto il rinvio all’indomani dell’incontro con l’Enac disertano anche la seconda riunione. La sera stessa, Alitalia, tramite un comunicato ufficiale, da notizia di aver abbandonato definitivamente il tavolo della trattativa. “A seguito – si legge nel comunicato – delle dichiarazioni odierne da parte dell’amministratore delegato di WindJet, dalle quali è evidente la volontà della compagnia di non rispettare le condizioni sottoscritte negli accordi, Alitalia informa che non vi è più spazio per ulteriori trattative”. Scoppia il caos. I creditori aggrediscono Windjet. I disagi negli aeroporti si moltiplicano, con cancellazioni e ritardi. L’Enac minaccia di sospendere la licenza di Windjet entro il 13 di agosto, ma il vettore catanese cede e consegna la licenza, autosospendendola, già sabato 11. Per le 800 persone legate a Windjet è il panico, tanto che diversi sono stati gli accenni di agitazione, mentre c’è chi ancora parla di trattativa ancora in corso e di gioco da parte di Alitalia volto ad abbassare oltre modo il prezzo dell’affare e chi resta bloccato all’estero per la mancata copertura dei tanti voli sostitutivi messi a disposizione da altri vettori. Prossima tappa, l’incontro di oggi con il ministro Passera e le parti in causa. Nell’attesa di sapere il futuro della stella Windjet, se continuerà a splendere, stavolta nel firmamento Alitalia o cadrà con qualche giorno di ritardo rispetto alla notte di san Lorenzo.
Pubblicato il
14 Agosto 2012, 10:17