PALERMO – La banda che spacca le vetrine delle attività del centro storico è tornata in azione. Un nuovo assalto all’alba di oggi, tra le 5 e le 7 del mattino, è avvenuto in via Alessandro Paternostro, la strada che collega la zona di piazza Sant’Anna a corso Vittorio Emanuele.
A finire nel mirino la storica gioielleria Sutera, le quali telecamere hanno inquadrato due giovani arrivati sul posto a bordo di biciclette e con il volto coperto da passamontagna. “Impugnavano una mazza – racconta il titolare, Alfredo Sutera – e hanno colpito due vetrine per oltre un’ora e mezza. Si tratta di vetri blindati, difficili da sfondare. Hanno quindi poi utilizzato un piede di porco per scardinare gli infissi storici e poi sono scappati con una decina di orologi”.
Il danno economicamente più consistente, nonostante il bottino che ammonta a circa tremila euro, è proprio quello alla struttura: “Noi siamo qui dal 1902, è un negozio che ha fatto la storia della città – prosegue Sutera – e l’edificio è antico. Dovremo sborsare migliaia di euro per ripristinare lo stato originale del prospetto, che è stato gravemente danneggiato. Chi ha agito lo ha fatto all’alba, senza che nessuno si preoccupasse di lanciare l’allarme, visto che qualche passante è stato immortalato dalle telecamere. Siamo molto amareggiati”.
Stamattina il titolare ha subito avvisato la polizia che ha effettuato i rilievi e acquisito le immagini della videosorveglianza. L’ennesimo colpo nel centro storico, le quali attività sono già penalizzate da una profonda crisi e dai continui danneggiamenti registrati nelle ultime settimane.
Ad essere presi di mira, lo store “Rinascente” di via Roma, il negozio di abbigliamento a “Navigare”, che si trova a pochi metri, la gioielleria “Cipolla” di piazza San Domenico ed un’ottica sempre in via Roma. “Una escalation senza fine – dice Giovanni Felice, presidente di Confimprese Palermo – che non fa altro che danneggiare pesantemente le imprese della zona che dovrebbe essere fiore all’occhiello della città. E’ necessaria più vigilanza, e non soltanto nelle ore notturne. Se non ci sono sicurezza e tranquillità per gli operatori, è impossibile continuare a lavorare”.
