05 Luglio 2016, 16:42
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PALERMO – Avrebbe sfruttato la macchina del Comune, con tanto di autista, per fini personali. Scatta una misura cautelare per il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato. Lo ha deciso il gip Michele Guarnotta. Da oggi ha l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria in orari prestabiliti. La Procura termitana gli contesta i peculato, truffa aggravata, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Non solo, secondo il procuratore Alfredo Morvillo e i sostituti Giacomo Brandini e Francesco Gualtieri avrebbe anche utilizzato dei locali comunali, già concessi in locazione a privati, per ragioni esclusivamente private.
L’inchiesta è dei poliziotti della sezione di pg e dei carabinieri. Indagato anche il dipendente comunale Marino Battaglia per aver concorso nei presunti reati con il sindaco, ma anche di avere usato l’auto di servizio anche senza che a bordo ci fosse Burrafato e non per ragioni di servizio.
Nei mesi scorsi la macchina, una Fiat Punto, era finita sotto sequestro. Ed è proprio sull’uso “improprio” della vettura che si è concentrata l’indagine dei magistrati.
“Aspettiamo responsabilmente che la giustizia faccia ogni opportuno adempimento – aveva detto il sindaco Burrafato -. Non potrebbe essere altrimenti data la mia storia personale”. Il riferimento è alle tragiche vicende che hanno colpito la famiglia del primo cittadino. Il padre Antonino, sottufficiale di servizio al carcere di Termini, fu ucciso nel 1982 per ordine di Cosa nostra.
Le dimissioni. “Malgrado non sia obbligato a questo passo, ho maturato la scelta di rassegnare le dimissioni dalla carica di sindaco di Termini Imerese. Ritengo giusto ed opportuno fare un passo indietro per dare serenità a tutto l’apparato municipale nello svolgimento dell’attività quotidiana, allontanando dubbi e sospetti”. Lo ha detto all’AdnKronos Salvatore Burrafato.
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05 Luglio 2016, 16:42