Ok del Governo al “Salvamare” | I pescatori diventano “spazzini”

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08 Aprile 2019, 20:11

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PALERMO – “Salvare” il mare certificando le imprese ittiche a ridotto impatto ambientale, e coprendo i costi degli smaltimenti con una parte della tassa sui rifiuti. Questi alcuni degli obbiettivi dell’atteso disegno di legge “Salva mare”, approvato dal Consiglio dei Ministri a firma di Sergio Costa, ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare. La norma consentirebbe il recupero della plastica in mare da parte dei pescatori, finora considerata atto illecito, e implicherebbe il pagamento del servizio di smaltimento. L’approvazione della legge è prevista a seguito della pubblicazione della direttiva europea sulla plastica monouso.

Il testo dovrebbe quindi contribuire al risanamento dell’ecosistema marino e alla ripresa dell’economia circolare, implementando politiche di sensibilizzazione sul tema della raccolta dei rifiuti in mare, anche volontaria. Sciogliendo il nodo dell’illegalità della raccolta dei rifiuti in mare, il governo si auspica di incentivare alla raccolta i pescatori e gli utenti dei porti. Come? Attraverso le nuove disposizioni di legge che prevedono uno sgravio dei costi a carico cittadini, attraverso una specifica componente della tassa sui rifiuti.

In Sicilia, dove l’eliminazione della plastica è un tema caldo, sono diverse le associazioni ambientaliste a esultare. “Italia nostra” onlus, sezione Sciacca, commenta: “Porti siciliani come Sciacca, Porticello o Porto Empedocle, che contano insieme centinaia di imbarcazioni da pesca, potrebbero diventare degli eccezionali raccoglitori di immondizia – scrive l’associazione in un comunicato – allestendo immediatamente dei punti di raccolta nei porti, realizzati con le stesse società che oggi gestiscono la raccolta differenziata, soprattutto con opera di coercizione, sensibilizzazione ambientale, e premialità. Il Mar Mediterraneo è un mare chiuso, l’unico punto in cui si rigenera è lo stretto di Gibilterra, e impiega circa 150 anni per ricambiare le sue acque”.

“Italia nostra” chiama a raccolta tutti gli enti coinvolti nell’applicazione della legge nell’Isola: “Affinché le amministrazioni possano avere la certezza che i rifiuti plastici siano stati raccolti dai pescatori e non da essi prodotti – comunica l’onlus – si suggerisce l’istituzione, per i pescherecci, di un registro carico-scarico merci che renda conto della presenza a bordo di tutto il materiale plastico (stoviglie quali piatti, bicchieri, posate, nonché cassette e contenitore di polistirolo), con contestuale attuazione da parte della capitaneria di porto dei controlli necessari atti a verificare la provenienza dei rifiuti riportati sulla terra ferma. Si sollecita urgentemente la Regione Siciliana, le capitanerie di porto, ogni singolo ente, Comune, società di gestione dei rifiuti ad attivarsi per progetti di pulizia del mare”.

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08 Aprile 2019, 20:11

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