22 Giugno 2023, 18:19
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CATTOLICA ERACLEA (AG) – Colpo di scena nel processo di secondo grado per l’omicidio di Giuseppe Miceli, marmista originario di Cattolica Eraclea, massacrato nel dicembre 2015 all’interno del suo laboratorio nel piccolo centro dell’agrigentino.
La Corte di Assise di Appello di Palermo, presieduta dal giudice Angelo Pellino, ha assolto “perchè il fatto non sussiste” Gaetano Sciortino, operaio di Cattolica Eraclea, difeso dagli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello. Ribaltata completamente la sentenza di primo grado del tribunale di Agrigento che lo scorso anno aveva inflitto 24 anni di carcere all’imputato.
Il brutale omicidio di Giuseppe Miceli, artigiano molto conosciuto nella comunità cattolicese, resta dunque senza un colpevole. Il delitto si è consumato il 6 dicembre 2015. Il cadavere del marmista fu ritrovato nel suo laboratorio in via Crispi.
Chi ha agito lo ha fatto con estrema efferatezza utilizzando gli stessi attrezzi da lavoro di Miceli e un’acquasantiera in marmo per ucciderlo. La svolta nelle indagini arrivò due anni più tardi quando i carabinieri arrestarono Gaetano Sciortino.
Ad “incastrarlo”, secondo l’impianto accusatorio che però oggi viene sconfessato in Appello, alcuni elementi: il ritrovamento di una scarpa in un’area rurale la cui impronta sarebbe compatibile con quella repertata dai RIS sulla scena del crimine; il presunto pedinamento del giorno precedente e la distruzione di alcune punte da trapano da parte dei figli dell’imputato (intercettati) che appartenevano alla vittima.
Il movente tuttavia non fu mai chiaro. In primo grado la Corte di Assise di Agrigento, presieduta dal giudice Wilma Angela Mazzara, aveva condannato Sciortino a 24 anni di carcere.
L’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Gloria Andreoli aveva chiesto la condanna all’ergastolo. Oggi, a distanza di quasi otto anni dal delitto, Sciortino è stato assolto.
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22 Giugno 2023, 18:19