MESSINA – “Quasi certamente chiederò una perizia psichiatrica”. Risponde così, a una specifica domanda, l’avvocato Giuseppe Cultrera, difensore di Stefano Argentino, in carcere e reo confesso dell’omicidio di Sara Campanella, la studentessa 22enne di Misilmeri uccisa il 31 marzo scorso a Messina.
L’avvocato Cultrera afferma che al momento “non ci sono strategie difensive”. La difesa attende la fissazione dell’udienza preliminare, ovviamente non appena la Procura avrà chiuso le indagini. Il suo cliente in questi giorni ha scritto alla famiglia di Sara per chiedere scusa.
Le lettere dell’assassino
Una lettera è stata diffusa anche in queste ore. “Non so come tutto questo sia potuto succedere, non mi so dare una spiegazione, forse non c’è neanche una spiegazione, quantomeno razionale”, scrive l’assassino. “Più rifletto, da solo con me stesso – prosegue – più arrivo a una e una sola conclusione: quel giorno ero fuori di testa”.
Argentino dal carcere scrive che “un uomo razionale non può spingersi a tanto. Ho sempre sognato di costruire qualcosa con Sara, e invece ho compiuto il gesto peggiore che si possa rivolgere a una persona, a una donna”.
Telefonini e pc sotto sequestro
L’avvocato Cultrera afferma, in sintesi, che chiederà la perizia perché ciò che gli viene riferito dall’indagato e la sua situazione familiare non lo lasciano totalmente sicuro. Adesso la difesa attende di avere l’esito delle consulenze su ciò che è stato sequestrato, ovvero telefonini e personal computer.
Secondo l’avvocato, Argentino potrebbe essere “vittima di un disagio“. La famiglia di Sara intanto ha respinto le scuse della famiglia Argentino.
Il difensore: “Faccio il mio lavoro”
L’avvocato Cultrera, subentrato al precedente legale, ad ogni modo ci tiene a sottolineare un dato: assiste il suo cliente svolgendo uno specifico mandato, ma non ci sta a quell’etichetta che qualcuno, soprattutto nel mondo dei social, gli sta attribuendo di difensore degli assassini. “Non sono, come alcuni hanno ritenuto, a favore degli assassini, ma penso di fare il mio lavoro con dignità e rispetto delle istituzioni e delle leggi”, afferma il legale.
Peraltro proprio in questi giorni, da legale di parte civile, gli è stata notificata la sentenza del processo in cui assiste la famiglia di una vittima di femminicidio. Cultrera assiste infatti la famiglia di Ada Rotini, uccisa dall’ex marito Filippo Asero, condannato all’ergastolo per un terribile, brutale, delitto avvenuto in mezzo alla strada. E in questi giorni sono state depositate le motivazioni della sentenza d’appello.
Il caso di Ada Rotini a Bronte
Ada fu selvaggiamente accoltellata oltre 40 volte dall’ex marito, Filippo Asero, l’8 settembre del 2021. Lei aveva deciso di rifarsi una vita e aveva già denunciato il suo ex. Lei lo aveva segnalato più volte. Aveva segnalato di aver subito botte, minacce, insulti e un tentativo di spingerle la testa sott’acqua.
A quel processo è stato il legale di Asero a chiedere una perizia psichiatrica, richiesta che non fu accolta. E questo perché l’assassino poi tentò il suicidio. In breve ad ogni modo fu bloccato da un carabiniere fuori servizio, che interruppe, così, il suo atto autolesionistico. Ora la difesa dell’imputato dovrà decidere se presentare o meno ricorso in Cassazione.