20 Luglio 2022, 13:19
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In occasione del trentesimo anniversario della strage di via d’Amelio, il Csm ha autorizzato la pubblicazione dei verbali secretati delle audizioni dei magistrati della procura di Palermo condotte tra il 28 e il 31 luglio 1992 dal Gruppo di Lavoro per gli interventi del Csm relativi alle zone più colpite dalla criminalità organizzata.
La decisione è stata deliberata dal plenum all’unanimità, su proposta del comitato di presidenza. Il Comitato, ha detto il vicepresidente del Csm David Ermini, ritiene che “la pubblicazione di tali atti sia utile ed opportuna per completare il quadro dell’informazione di tutti i cittadini in ordine a vicende che hanno segnato in maniera significativa la storia del Paese culminando con l’estremo sacrificio di magistrati che hanno strenuamente perseguito la difesa della legalità democratica”.
“Dobbiamo perseguire come abbiamo fatto oggi l’obiettivo di rendere il lavoro del Csm trasparente e controllabile dall’opinione pubblica. Nel 2020 avevo votato convintamente per la desecretazione di questi atti e ho potuto constatare quanto la desecretazione sia stata utile anche alle autorità giudiziarie che indagavano”. Lo ha detto il consigliere togato indipendente Nino Di Matteo, manifestando “pieno apprezzamento” per delibera del Csm sulla pubblicazione dei verbali del 1992 in occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio. “Vorrei ricordare – ha affermato Di Matteo – che quelle audizioni del luglio ’92 seguirono a un documento firmato da 8 sostituti della Procura di Palermo, subito dopo la strage. Documento che evidenziava le tensioni e le anomalie che si erano create all’interno della Procura allora diretta dal Procuratore Giammanco. Quegli 8 sostituti hanno trovato ostacoli di tutti i tipi nella loro carriera, gli altri che si dissociarono da quel documento hanno fatto carriera”. “Nel 2017 il Csm fece delle audizioni in esito alle richieste dei familiari di Borsellino sul depistaggio (vicenda Scarantino); sarebbe utile che anche queste audizioni venissero pubblicate, perché non ci devono essere più zone d’ombra nel Csm – ha concluso -. A mio avviso servirebbe pubblicare tutto quello che non è segreto, per consentire all’opinione pubblica di formarsi una corretta opinione basata sugli atti, anche per evitare ricostruzioni spesso orientate e strumentali”.
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20 Luglio 2022, 13:19