Operazione Colomba, 47 indagati |"Gruppo legato ai Carateddi" - Live Sicilia

Operazione Colomba, 47 indagati |”Gruppo legato ai Carateddi”

Si è chiusa l'indagine che lo scorso gennaio ha decapitato il gruppo criminale che aveva trasformato una via di San Cristoforo nel bazar dello spaccio. Il volume d'affari: quasi 4 milioni di euro l'anno. TUTTI I NOMI E LE ACCUSE

CATANIA – Le telecamere della Squadra Mobile li hanno immortalati mentre trasformavano via Colomba nel take away dello spaccio a San Cristoforo. Un sistema ben collaudato: controllo, fila per l’ordine, pagamento e consegna della “stecca”. Lo smercio della marijuana per mesi (15 marzo 2011 al 16 maggio 2011) si è svolto sotto l’occhio vigile della polizia, che coordinati dalla Procura di Catania, hanno ricostruito le mosse dell’organizzazione dedita al traffico di droga. L’inchiesta, “battezzata” proprio Colomba, lo scorso 21 gennaio portò all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip nei confronti di quasi 50 persone. Un quadro accusatorio le cui basi ressero anche davanti al Tribunale del Riesame. Ora il lavoro degli investigatori è terminato. 47 sono i nomi inseriti nell’avviso di conclusione indagini firmato dai Pm Pasquale Pacifico, Assunta Musella e Tiziana Laudani.

I NOMI DEGLI INDAGATI. Giovanni Crisafulli, 27 anni, Carmelo Crisafulli, 33 anni, Salvatore Alì, 51 anni, Francesco Anastasi, 48 anni, Anna Bassetta, 58 anni, Davide Botta, 24 anni, Carmelo Branciforte, 22 anni, Filippo Crisafulli, 52 anni, Giuseppe Crisafulli, 55 anni, Maurizio Crisafulli, 45 anni, Bruno Graziano Denaro, 24 anni, Antonino Di Benedetto, 27 anni, Giovanni Di Martino, 23 anni, Agatino Di Mauro, 52 anni, Concetto Di Mauro, 31 anni, Giuseppe Di Mauro, 25 anni, Vincenzo Di Maur, 22 anni, Alfio D’Ignoti Parenti, 24 anni, Salvatore Flora, 22 anni, Daniele Gagliano, 28 anni, Mirko Orazio Gravino, 24 anni, Andrea Greco, 40 anni, Davide Laudani, 28 anni, Domenico Leonardi, 37 anni, Manuele Lopis, 26 anni, Mario Marghella, 44 anni, Salvatore Mascali, 28 anni, Alfio Mirko Maugeri, 26 anni, Francesco Maugeri, 25 anni, Gaetano Monteforte, 31 anni, Gaetano Moschella, 59 anni, Giovanni Munzone, 33 anni, Luigi Nicolosi, 34 anni, Sergio Orazio Pacifico, 38 anni, Vincenzo Pantellaro, 33 anni, Filippo Antonio Palla, 30 anni, Maria Grazia Pastura, 43 anni, Concetto Questorino, 32 anni, Mario Ruscica, 30 anni, Fortunato Tiplica, 41 anni, Orazio Toscano, 22 anni, Filippo Agatino Urzì, 40 anni, Gaetano Venuto, 24 anni, Mario Vinci, 32 anni, Massimo Vinciguerra, 36 anni, Sebastiano Viscuso, 38 anni.

LE ACCUSE. Per la maggior parte degli indagati (LEGGI I NOMI) l’accusa è “di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti […] e, segnatamente, per acquistare, importare, detenere, vendere o, comunque, cedere a terzi sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina, con l’aggravante dell’essere l’associazione armata”.

I CAPI PROMOTORI. L’organizzazione criminale sarebbe stata di tipo verticistico. Nel ruolo di capi promotori gli inquirenti hanno individuato Crisafulli Giovanni, Crisafulli Carmelo, Crisafulli Giuseppe, Crisafulli Filippo, Crisafulli Maurizio, Vinciguerra Massimo, Laudani Davide. A loro gli inquirenti contestano “l’aggravante di aver fatto parte di un’associazione composta da più di dieci persone, di avere operato anche in presenza di minori”. Molti degli arrestati di gennaio infatti sono appena ventenni, questo sta a significare che nel periodo delle contestazioni di reato, antecedente al 2012, non avevano ancora compiuto 18 anni.

L’AGGRAVANTE MAFIOSO. Il Gip di Catania nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, lo scorso gennaio, non aveva accolto dalla richiesta dei Pm l’aggravante di tipo mafioso dell’associazione, per il Giudice non c’erano gli elementi probatori sufficienti a provare il legame con la criminalità organizzata. Nonostante questo la Procura nell’avviso di conclusione indagine per “Crisafulli Giovanni, Crisafulli Carmelo, Crisafulli Giuseppe, Crisafulli Filippo, Crisafulli Maurizio, Vinciguerra Massimo” contesta di “aver agito avvalendosi delle condizioni scaturenti dalla loro appartenenza all’associazione di tipo mafioso denominata “Cappello Carateddi” e comunque al fine di agevolare il suddetto sodalizio mafioso cui venivano devoluti parte dei proventi dell’attività di traffico di droga”. Esistono anche legami di sangue e di parentela con esponenti dei Cappello. I fratelli Carmelo e Giovanni “turi u turcu” Crisafulli,  sono i figli di Franco “cacazza” Crisafulli condannato in primo e in secondo grado per l’omicidio di Nicola Lo Faro, mentre Massimo Vinciguerra  è il fratello di Michele “u cardunaru” Vinciguerra, condannato in primo grado e secondo grado Revenge per associazione mafiosa.

L’INCHIESTA. Un giro d’affari di oltre 3 milioni e mezzo di euro: gli introiti giornalieri erano di 10 – 15 mila euro. Sarebbero questi i profitti dell’organizzazione criminale smantellata dalla sezione Narcotici della Mobile di Catania. Un conto facile da fare se si analizzano con dovizia le centinaia di filmati raccolti: in una sera venivano vendute oltre 100 sacchi di plastica bianca che contenevano circa 100 stecche, vendute queste a 10 euro ciascuna. Insomma il supermarket della droga, avrebbe avuto bilanci da fare invidia ad una grande marchio della grande distribuzione. Eppure, nonostante queste entrate, uno dei presunti capi al vertice del gruppo, Giovanni “u niuru” Crisafulli era intestatario di una social card, quella carta acquisti rilasciata dai servizi sociali a persone con “gravi problemi economici”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI