26 Febbraio 2017, 06:00
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PALERMO – Pochi politici hanno incarnato lo spirito dell’”uomo solo al comando” quanto Leoluca Orlando. Da trenta e passa anni dominatore assoluto della scena politica palermitana, il sindaco ha sempre lasciato solo briciole ai suoi sodali, occupando la scena illuminata dai riflettori col suo gigantesco ego. Eppure, in questa campagna, l’ormai settantenne Professore ha impostato la sua comunicazione sul concetto di “squadra”. E il suo cerchio magico in effetti si sta attivando in questi primi giorni di campagna elettorale per dare man forte al sindaco in cerca del suo quinto mandato. Ma chi sono i fedelissimi di Orlando?
In prima fila, da sempre ecco i fratelli Giambrone. Figli di Alfredo, che fu capo di gabinetto di Piersanti Mattarella, di cui Orlando era consigliere giuridico, i Giambrone sono da anni le prime linee dell’orlandismo. Francesco è stato scelto dal sindaco come sovrintendente del Teatro Massimo, che ha rilanciato con una serie di iniziative. Medico, giornalista con il pallino della musica, Francesco Giambrone è uno dei volti della Primavera di Palermo, quando fu assessore e, per l’appunto, sovrintendente. Il suo ritorno al Massimo ha segnato l’apertura della fondazione alla città con concerti all’aperto, platee piene e una ritrovata sintonia con lavoratori e sindacati. E un’attenzione benevola dagli organi di stampa.
Il braccio destro del sindaco però è l’altro Giambrone, Fabio. Già senatore con l’Italia dei valori, siede sulla poltrona di presidente della Gesap. Ha lavorato sodo al rilancio della società di gestione dell’aeroporto di Punta Raisi, combattendo un braccio di ferro con l’Enac che minacciava di revocare la concessione. Alla fine, Gesap ha ottenuto il mutuo che finanzierà gli investimenti richiesti dall’Enac. In questi giorni di trattative Giambrone è stato ambasciatore di Orlando nel difficile confronto con il Pd palermitano ed è impegnato anche nella genesi delle liste. Insomma, è lui l’alter ego politico del Professore.
Un altro fedelissimo di Orlando da tempi immemori è il vicesindaco Emilio Arcuri, già protagonista accanto al sindaco negli anni Novanta. Si è occupato del settore nevralgico delle Infrastrutture. Altro esponente della vecchia guardia al fianco di Orlando in questa campagna elettorale è Aurelio Scavone, alfiere dell’orlandismo a Sala delle Lapidi (non si ricandiderà). Dove in questi anni ha brillato la stella di un altro riferimento del sindaco, l’omonimo Totò Orlando, presidente del consiglio comunale, anche lui in prima linea in questa campagna elettorale. Tra gli assessori un ruolo strategico per il dialogo con il mondo del terzo settore è svolto da Agnese Ciulla.
Al fianco di Orlando poi il gruppo dei collaboratori storici. Come Diego Bellia, già a capo della segreteria del sindaco, voluto da Orlando anche nel cda della partecipata Amat, una figura centrale nell’amministrazione. Nella galassia partecipate del Comune altri fedelissimi come l’imprenditore Francesco Randazzo e Maria Prestigiacomo. E poi, a capo della comunicazione un altro veterano, Pietro Galluccio, che è anche presidente dell’associazione che gestisce la campagna elettorale del sindaco, mentre, sempre in tema di comunicazione, Alessandro Lombardi si occupa di quella sui social network. Ruolo chiave anche per Donatella Gariffo, altra fedelissima che cura da anni tutti i rapporti internazionali di Orlando. Una squadra di fedelissimi vecchi e nuovi con la quale il sindaco tenterà di conquistare il suo quinto mandato.
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26 Febbraio 2017, 06:00