19 Ottobre 2019, 16:59
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PALERMO – Montano le proteste degli assistenti igienico-personali per alunni con disabilità che frequentano le scuole superiori della Città metropolitana di Palermo. Le famiglie degli alunni e gli assistenti, figure specializzate gestite dall’ente su delega dell’Assessorato regionale alla Famiglia, denunciano diverse criticità: attualmente il servizio non è garantito per tutto l’anno scolastico, e il rapporto tra assistenti e alunni non è adeguato; inoltre gli assistenti, lavoratori non internalizzati, temono un trasferimento delle loro competenze ad altre figure più economiche ma il cui contratto non prevede le mansioni in questione.
“A Palermo il servizio è partito sì all’inizio dell’anno scolastico, ma completamente nel caos – afferma il sindacato Slai Cobas –, in una becera ottica di risparmio sulla pelle di studenti disabili, famiglie e lavoratori”. La sigla denuncia che “il servizio viene prorogato solo per un altro mese, cioè fino al 31 ottobre, per motivi di ‘bilancio’. Questi servizi cosiddetti ‘essenziali’ e ‘obbligatori’ non possono essere assolutamente sottoposti a vincoli di bilancio, lo dice tutta la legge vigente e lo hanno ribadito diverse sentenze della Corte costituzionale”.
Creano agitazione anche i tagli al numero degli assistenti, secondo il sindacato operati “sulla base di un’estensione illegale, da parte dell’ufficio delle Politiche sociali della Città metropolitana, del parametro 1/5”, cioè un assistente ogni cinque alunni; Slai Cobas ritiene che l’attuale normativa regionale preveda anche il criterio di uno su quattro in base al grado di disabilità degli alunni o alla dislocazione su più piani. “Va da sé che questa soppressione arbitraria del criterio ‘uno a quattro’ ha significato tagli agli assistenti – spiega Donatella Anello, responsabile Terzo settore di Slai Cobas –: l’anno scorso quelli attivi nel Palermitano erano circa 150, ora sono circa 100. Nel frattempo gli assistenti rimasti non riescono a far bene il proprio lavoro, soprattutto quando gli alunni da seguire presentano patologie complesse e molto diverse tra loro. Ci sono stati segnalati casi di bambini che non possono completamente andare a scuola – aggiunge –, per esempio nel Comune di Cinisi. Si tratta di interruzione del pubblico servizio e violazione del diritto allo studio”.
Nei giorni scorsi, assistenti e famiglie hanno protestato davanti agli uffici dell’Assessorato regionale alla Famiglia. “Dall’assessorato ci hanno risposto che l’impiego di un assistente su quattro alunni non comporterebbe alcuna problematica – afferma la rappresentante sindacale –, il che dovrebbe essere dato per scontato, visto che lo dice la circolare in vigore. La palla passa inevitabilmente alla Città metropolitana di Palermo, che invece opera questo taglio contro le disposizioni di legge”.
Un ulteriore campanello d’allarme per lavoratori e famiglie è il paventato trasferimento delle mansioni specialistiche ai collaboratori scolastici delle scuole statali, ipotizzato in una relazione dell’Assessorato regionale alla Famiglia. “Queste mansioni non ci risultano nemmeno previste dal loro contratto di lavoro – dice Anello – che non contempla l’assistenza specializzata ma solo quella di base. Dalla relazione si evince che gli assistenti igienico-personali costano molto, ma parliamo di lavoratori altamente specializzati. Trasferire le mansioni sarebbe un danno enorme soprattutto per gli alunni assistiti, a vantaggio soltanto di una politica di mero risparmio”.
Di tutt’altro avviso, su ogni punto, è l’ufficio Pubblica istruzione e Integrazione scolastica della Città metropolitana di Palermo. “La motivazione dell’impegno fino a ottobre era l’attesa dell’approvazione del bilancio, trattandosi di una competenza delegata dalla Regione; ora l’approvazione è avvenuta”. Quanto all’adozione del parametro di un assistente per cinque alunni, “è previsto dalla circolare n.3 del 2005 dell’Assessorato regionale alla Famiglia – replica l’ufficio – a prescindere dalle condizioni degli alunni e dalla dislocazione su più piani. Essendo consentito dalla circolare, se in una scuola ci sono cinque alunni la Città metropolitana nominerà un assistente e non due”.
Contestati anche i numeri: “Gli assistenti igienico-personali attivi l’anno scorso risultano 141 e quest’anno 112”. L’ufficio specifica che l’impiego degli assistenti avviene secondo un preciso criterio: “Ogni anno la Città metropolitana deve richiedere agli istituti il conteggio dei collaboratori scolastici, così da esternalizzare il numero adeguato di assistenti in base al numero dei collaboratori. A tal proposito inoltre va fatto presente che le mansioni di cui si parla rientrano nel contratto dei collaboratori, e la Sicilia è l’unica Regione d’Italia in cui le competenze sono ancora delegate alla Città metropolitana; in tutta Italia, il servizio è affidato ai collaboratori. Sulla legittimità di questa delega l’Assemblea regionale siciliana ha chiesto un parere al Consiglio di giustizia amministrativa, che non ci risulta ancora esitato”.
“Nessuna scuola ha segnalato genitori che suppliscono o alunni costretti ad assentarsi – conclude l’ufficio Pubblica istruzione e Integrazione scolastica –. Ribadiamo e assicuriamo che gli assistenti vengono mandati negli istituti calcolando la differenza con i collaboratori scolastici. Nel trattare il tema, va considerato anche l’aspetto psicologico: i ragazzi che hanno certe difficoltà, soprattutto in fase adolescenziale, percepiscono un certo stigma e un’aria di discriminazione”.
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19 Ottobre 2019, 16:59