20 Settembre 2023, 12:01
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PALERMO – Il ricorso della Procura generale è inammissibile. Diventa definitiva l’assoluzione dell’avvocato Nico Riccobene. Il noto penalista palermitano non aiutò i boss a riciclare i soldi sporchi. In primo grado era già caduta l’aggravante di mafia, ma il legale era stato condannato a un anno e 10 mesi di carcere in appello. La formula assolutoria è piena: il fatto non sussiste.
Il processo era uno dei filoni nato dall’inchiesta che nel 2016 portò in carcere Marcello Marcatajo, civilista e docente universitario, morto per una grave malattia. Secondo la ricostruzione della Procura, i boss Graziano dell’Acquasanta avrebbero ripulito i soldi sporchi grazie ad alcuni professionisti e attraverso una serie di compravendite immobiliari.
Riccobene, difeso dagli avvocati Enrico Sanseverino e Giovanni Di Benedetto, per queste accuse aveva subito una momentanea sospensione dall’esercizio della professione. Non è l’unica grana giudiziaria che Riccobene si è lasciato alle spalle punto nel 2018, infatti, finì addirittura agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso e intestazione fittizia dei beni. Inizialmente la Procura ritenne che l’avvocato avesse favorito il mafioso Raffaele Favaloro. Nei mesi scorsi l’inchiesta è stata archiviata.
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20 Settembre 2023, 12:01