PALERMO – L’anziano boss di Partanna Mondello Giovanni Cusimano rischia di tornare in carcere. Il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso della Procura di Palermo stabilendo che, a differenza di quanto sostenuto dal gip, all’indagato va contestato oltre al reato di estorsione anche quello di associazione mafiosa.
Il ricorso della difesa in Cassazione blocca, al momento, il ritorno in carcere del settantenne mafioso, finito ai domiciliari nell’inchiesta sfociata lo scorso febbraio nel blitz dei 181. In carcere Cusimano c’è già stato per una grossa detta della sua vita. Colpevole di omicidio aveva usufruito di una legge, la Carotti, poi modificata.
Giovanni Cusimano, l’ergastolo e la legge Carotti
La legge prevedeva l’applicabilità dello sconto automatico di pena – dall’ergastolo a 30 anni – per chi chiedeva il giudizio abbreviato. Di fatto si era tradotta nell’abolizione del carcere a vita. Per questo fu poi modificata, solo che la Corte Costituzionale stabilì che lo sconto doveva ormai essere riconosciuto a coloro a che avevano chiesto l’abbreviato nella finestra compresa tra il 1999 al 2001.
Il duplice omicidio
Vi rientrava anche Giovanni Cusimano condannato assieme ad altri imputati per il duplice omicidio dei cugini Gabriele e Giuseppe Graffagnino, fatti sparire nel 1991 col metodo della lupara bianca. Gabriele Graffagnino era figlio di Salvatore, ucciso nel 1986 per punirlo, secondo alcuni collaboratori di giustizia, dell’omicidio del piccolo Claudio Domino, circostanza però mai riscontrata.
Il blitz a Palermo con 181 arresti
Scarcerato nel 2021, Cusimano è finito nei mesi scorsi ai domiciliari. È uno degli anziani arrestati dell’ultimo blitz dei carabinieri a Palermo che portò all’arresto di 181 persone. Il 27 maggio 2023 si è incontrato a Mondello con un avvocato che, il giorno prima, gli aveva chiesto di vedersi anche solo “per cinque minuti”. Cusimano si fece accompagnare da Riccobono, che rimase in auto. Al suo ritorno l’anziano boss spiegava: “Il discorso è che i carabinieri mi tengono sotto”. Era tutto vero. La posizione del legale è ancora al vaglio della Procura della Repubblica.
Nel frattempo il pubblico ministero Giovanni Antoci ha fatto ricorso al Riesame secondo cui, Cusimano merita il carcere e non i domiciliari. Oltre all’estorsione gli viene contestata anche l’associazione mafiosa.