PALERMO – Il giudice per le indagini preliminari si è riservato sulla convalida dell’arresto in flagranza di reato di Francesco Cerrito e Mario Lupo. Agli atti dell’inchiesta ci sono le confessioni del dirigente dell’Asp e del presidente della Samot e della Adi25 scarl, onlus che si occupano delle cure palliative per i malati oncologici.
Lupo, di fronte all’evidenza del materiale fotografico degli incontri durante i quali consegnava denaro a Cerrito, ha spiegato che era un modo per ringraziarlo. Le pratiche di rimborso andavano a rilento e Cerrito le avrebbe sbloccate. Erano, però, pratiche regolari. Lupo sostiene che l’Asp non abbia versato più del dovuto.
È stata la confessione di Cerrito a fare emergere quali sarebbero le utilità che hanno fatto scattare l’ipotesi di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio.
Cerrito, oltre ad accelerare le pratiche di rimborso, avrebbe informato Lupo dell’esistenza di alcuni problemi. Si parla di reagenti scaduti. Singoli campioni con il conseguente invito rivolto a Lupo di fare ulteriori verifiche. Informazioni per sistemare le cose ed evitare controlli e contestazioni da parte dell’Azienda sanitaria.
Cerrito è direttore del Dipartimento Integrazione Socio-Sanitaria dell’Asp 6. Le pratiche delle cure palliative, che ammontano a diversi milioni di euro all’anno, passavano dalla sua firma. Le sue dichiarazioni tracciano un quadro a tinte fosche, molto più di quelle di Lupo.
Secondo i pubblici ministeri Gianluca De Leo, Giacomo Brandini e Andrea Zoppi, il patto corruttivo sarebbe molto più strutturato. Andrebbe oltre i cinque, sei episodi venuti a galla, compreso l’ultimo nel corso del quale Lupo ha consegnato duemila euro a Cerrito nascosti dentro la scatola di una bomboniera. L’incontro è avvenuto in macchina, al parcheggio dell’Asp in via Pindemonte all’interno dell’ex manicomio.
Il Gip Giuseppina Zampino si è riservato sulla convalida dell’arresto e sulla misura da applicare ai due indagati.

