06 Agosto 2020, 14:49
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PALERMO – La confessione di Damiano Torrente, fermato dal pm e accusato di aver ucciso Ruxandra Vesco, 38 anni, detta Alessandra, una donna che aveva abbandonato marito e figli e viveva di espedienti e truffe, mostra uno spaccato di degrado a Palermo tra prostituzione, usura, droga. Torrente confessa di aver garantito un prestito di 2000 euro fatto alla vittima da un suo conoscente (che ritiene pericoloso e di cui non indica le generalità) e che fino alla restituzione della somma Ruxandra doveva dare un interesse settimanale di 50 euro.
Per questo la donna si prostituiva con la protezione di Torrente (sposato con un’altra romena). L’uomo ha confessato di usare cocaina (fa anche il nome di chi gliela forniva) così come Ruxandra e di gestire un giro di prostituzione nelle strade adiacenti il porto di Palermo. L’indagato dice di aver ucciso la donna, il 13 ottobre 2015, perchè “non solo lei voleva trasferirsi a casa mia ma minacciava di denunciarmi dicendo che io facevo il magnaccia”. L’uomo sostiene che dopo la morte di Alessandra ha saldato il debito con “un certo Michele che vive allo Zen, non voglio dire altro perchè è una persona pericolosa ed è stato anche sparato”. Torrente nell’interrogatorio col pm aggiunge: “Non voglio parlare di questo Michele anche per fatti diversi rispetto al fatto che fosse un usuraio. Non posso dire se questi fatti c’entrano con la morte di Alessandra, in carcere non sopravviverei due giorni”.
Nella confessione al pm Torrente dice di aver conosciuto la donna nell’estate 2015 all’Addaura. ” Era una senza tetto – spiega – perchè il marito con cui viveva ad Alcamo insieme ai figli , l’aveva buttata fuori casa. Tra noi è nata una relazione sentimentale e sessuale”. Quando Torrente conobbe la vittima la moglie era in Romania e lui racconta di aver ospitato Ruxandra nella sua villetta all’Addaura. Quando la moglie è tornata lui ha portato l’amante nell’hotel san Paolo pagando il soggiorno. Su Facebook è stata creata la pagina “Truffatrice ad Alcamo” in cui Ruxandra viene accusata di essere un truffatrice seriale e di aver preso soldi anche ad anziani e a persone che non navigavano nell’oro promettendo posti di lavoro. Una donna scrive: “Più di 10 famiglie alcamesi truffate, con importi minimi di 3.000 euro a un max di 80.000 costringendo gente umile e onesta che lavora con guadagni minimi o addirittura disoccupati a vendersi oro, terre, per far sistemare i propri figli, con false promesse di lavoro, continue bugie, con falso nome, falsa professione, falsi nomi di persone del parlamento, protetta dalla propria famiglia gira tranquilla per le vie della città come se nulla fosse, quindi per evitare che altre persone vengano truffate fermiamola …”.
(ANSA).
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06 Agosto 2020, 14:49