Cronaca

“Siamo 4 amici”: cibo e cocaina al ristorante, chi sono i clienti

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01 Luglio 2023, 05:45

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PALERMO – “Senti devi avvicinare cinquanta… però carta argentata. Mi hai capito?”, diceva Mario Di Ferro. All’altro capo della cornetta c’era Salvatore Salamone, che avrebbe dovuto soddisfare la “richiesta” di droga. Era il 30 novembre scorso quando le microspie piazzate dai poliziotti della squadra mobile, su ordine della Procura di Palermo, hanno registrato una delle tante cessioni di stupefacenti. Chi c’era in quel momento nel locale? Chi erano i clienti che avevano avanzato la speciale richiesta?

Di episodi simili ce ne sono tanti. Sempre il 30 novembre: “Avvicini?… ma subito però… sta piovendo”. Nel frattempo Di Ferro conversava con persone presenti nel suo locale di via Libertà: “Proprio con voi io non guadagno”. Come se si fosse limitato a fare da cerniera fra domanda e offerta. Ed ancora il 13 dicembre (“portami un regalino, ma corri però, perché me ne sto andando”) e il 6 gennaio (“ho persone qua”; “dieci minuti e arrivo”).

Lo stesso giorno, ma in una telefonata successiva, i toni di Di Ferro erano infastiditi. “Ma che stai facendo? Ma che stai facendo?… e scusa mezz’ora, quaranta minuti, no di più, quaranta minuti”. L’11 gennaio era atteso a pranzo: “Avvicina, siamo qua quattro, quattro amici che stiamo mangiando…”. Arrivò Gioacchino Salamone, fratello di Salvatore. “Vieni nella cucina, che io sono nella cucina, dai, annacati”, diceva Di Ferro.

A volte era Salamone a perdere la pazienza. Il 14 gennaio: “Oh, mi devi dare il tempo però, ogni volta tutta questa premura… altrimenti chi ha premura prende e se ne va”. Sarebbe la conferma che nel ristorante di Villa Zito si andava per mangiare e per comprare stupefacenti. Molti clienti fanno parte delle persone ancora “non identificate”. Di Ferro sarà interrogato la prossima settimana. Intanto non nega le cessioni ma, dice, “non sono uno spacciatore”.

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01 Luglio 2023, 05:45

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