Cronaca

Palermo, droga e violenza: la finta rapina e il dito mozzato con l’accetta

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03 Dicembre 2024, 15:50

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PALERMO – Droga per le piazze dei rioni Villagrazia, Falsomiele e Guadagna di Palermo, ma anche per rifornire la città di Marsala. Gli stupefacenti – cocaina e hashish – arrivavano dalla Calabria e dalla Lombardia, trasportati da corrieri al volante di auto o furgoni.

Uno dei venticinque arrestati nel blitz della squadra mobile subì una violenta ritorsione: gli hanno tagliato il dito di una mano.

Droga a Palermo, due organizzazioni

Secondo la ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia, a spartirsi le piazze della droga sarebbero state due organizzazioni. Una guidata da Gabriele Scarantino e l’altra da Salvatore Binario. Silvio La Rocca e Francesco Genova, invece, avrebbero fatto da trait d’union tra i due gruppi sarebbero stati

Il primo viene indicato come corriere per entrambe le organizzazioni anche se avrebbe fatto parte stabilmente di quella capeggiata da Scarantino. La droga sarebbe stata comprata all’ingrosso da Giuseppe Davì e Giuseppe Lo Muto, i quali poi avrebbero rifornito i trafficanti nelle piazze palermitane e marsalesi.

Una parte della droga, soprattutto hashish, sarebbe stata spacciata alla Kalsa e al Capo tramite Antonio Mercurio e Guido Riccardi.

La famiglia Scarantino

La famiglia Scarantino gode da sempre del prestigio legato alla parentela con il boss Salvatore Profeta, deceduto nel 2018, capo della famiglia di Santa Maria di Gesù. Dello stesso nucleo familiare fanno parte Lorenzo Scarantino, Francesco e Gabriele Pedalino condannati a 30 anni per l’omicidio di Mirko Sciacchitano avvenuto nel 2015.

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Gli investigatori hanno ricostruito un inquietante episodio. A giugno 2022 il calabrese Pasquale Cianella (finito ai domiciliari) denunciò di essere stato rapinato da tre persone al suo arrivo in via Messina Marine a Palermo. Disse che si erano portati via il furgone Ducato, il cellulare e 500 euro.

Il dito mozzato

La rapina sarebbe stata una messinscena a cui seguì una macabra ritorsione. Il mese successivo Cianella sarebbe stato rapito a Gallico, in provincia di Reggio Calabria, e condotto al cospetto di altri due calabresi convolti nel blitz, Manuel Monorchio e Mariano Domenico Corso.

Gli fu rimproverato di avere inscenato la rapina per rubare 180 mila euro che stava traportando da Palermo. Era il pagamento di una partita di droga.

Cianella sarebbe stato legato e imbavagliato in una stalla. Gli tagliarono il dito di una mano con un’accetta e minacciarono di dare il suo corpo in pasto ai maiali se non avesse restituito il denaro.

I fratelli Salamone

Agli atti dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dei sostituti Francesca Mazzocco e Bruno Brucoli, ci sono i movimenti degli indagati che facevano spesso tappa nell’autocarrozzeria di Binario in via Villagrazia. Da qui poi si spostavano per le consegne in direzione Marsala.

Tra i venticinque arrestati ci sono anche i fratelli Salvatore e Gioachino Salamone. Personaggi già noti alle forze dell’ordine, ora di nuovo nei guai giudiziari. Erano i fornitori della cocaina “ordinata” da Mario Di Ferro per amici e clienti facoltosi.

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03 Dicembre 2024, 15:50

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