13 Novembre 2023, 12:17
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PALERMO – Vincenzo Galatolo, boss dell’Arenella, è morto in carcere, a Milano Opera, dove era rinchiuso da decenni al 41 bis (i nomi dei 236 boss siciliani al carcere duro). Aveva 81 anni e il suo nome è legato ai peggiori crimini mafiosi. Per ultimo, pochi mesi fa, la Cassazione ha confermato la sua condanna a trent’anni per i per la strage di Pizzolungo, ad Erice, nel Trapanese. La mafia, il 2 luglio ’85, tentò di assassinare il magistrato Carlo Palermo. Nell’attentato rimasero uccisi Barbara Rizzo e i suoi bimbi, Giuseppe e Salvatore Asta, che transitavano in auto nel momento dell’esplosione.
Quando si parla dei Galatolo la memoria va ad uno dei luoghi simbolo della mafia palermitana. Vecchia e nuova. Da vicolo Pipitone, quartier generale dei Galatolo, negli anni Ottanta partivano gli squadroni della morte per compiere gli omicidi eccellenti. Ed è lì che c’era lo “scannatoio” di Cosa nostra. Luogo di tortura e morte per i nemici e per chi disobbediva alle regole d’onore. Quando ammazzarono il capostipite, don Gaetano – era la fine degli anni Cinquanta – la strada dei Galatolo sembrava segnata nello scacchiere di Cosa Nostra. Ed invece il patto di ferro con i corleonesi di Totò Riina avrebbe cambiato il corso delle cose. Da fondo Pipitone, fra i Cantieri navali e il mercato ortofrutticolo, negli Ottanta si muoveva il gruppo di fuoco del capo dei capi. Da fondo Pipitone partirono i killer del giudice istruttore Rocco Chinnici, del segretario del Pci Pio La Torre, del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, del commissario Ninni Cassarà.
I killer tornavano con gli abiti sporchi di sangue e Giovanna Galatolo, così ha raccontato la figlia di Vincenzo, aveva il compito di lavarli. Senza fare troppe domande. Ottenuta la massima credibilità tra le file di Cosa nostra i Galatolo hanno iniziato a pensare agli affari. Il padre di Giovanna e Vito (, anch’egli divenuto collaboratore di giustizia), con gli zii Raffaele e Giuseppe misero le mani innanzitutto sui Cantieri navali. Una mareggiata nel lontano 1973 portò a Palermo miliardi di lire per riparare la diga foranea e nacquero una sfilza di società, tutte o quasi riconducibili ai Galatolo.
Ieri sera Galatolo è morto in carcere. Era affetto da una malattia in fase terminale ed era stato colpito da una polmonite. I suoi legali avevano chiesto la scarcerazione, ma l’istanza era stata rigettata.
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13 Novembre 2023, 12:17