Palermo, Fondazione Federico II dà il via al primo OpenLab “Pionieri della Cultura" - Live Sicilia

Palermo, Fondazione Federico II dà il via al primo OpenLab “Pionieri della Cultura”

Un ciclo di laboratori dedicati a chi mantiene viva la cultura e la rigenera, con protagonisti studiosi, artisti e letterati
L'INIZIATIVA
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PALERMO – Si è tenuto questa mattina a Palazzo Reale, il primo di una serie di appuntamenti che la Fondazione Federico II ha battezzato OpenLab, “Pionieri della Cultura” [Salva la Cultura dal Rischio Estinzione]; un nuovo ciclo di laboratori dedicati a chi mantiene viva la cultura e la rigenera, con protagonisti studiosi, artisti e letterati, considerati dei “pionieri” impegnati nella salvaguardia della cultura dal rischio estinzione, con l’obiettivo dunque di salvaguardare dall’oblio le civiltà passate e custodire le civiltà antiche nel presente. Un impegno per tutelare anche il nostro patrimonio.

Il primo incontro, “l’archeologia come strumento di rinascita”, è stato aperto da Nicola Laneri, archeologo siciliano che recentemente ha scoperto il muro di Hammurabi, avamposto di Babilonia, risalente al II millennio a.C.. A presentarlo il direttore generale Patrizia Monterosso e in collegamento da Baghdad: Maurizio Greganti, Ambasciatore italiano in Iraq, Laith Majid Hussein, Direttore dello Sbah (Iraqi State Board of Antiquities and Heritage). Erano presenti anche i giovani collaboratori di Laneri, che partecipano alla missione in Iraq e il Direttore del Disum (Dipartimento Scienze Umanistiche) dell’Università di Catania, Marina Paino.

Docente di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente presso l’Università degli studi di Catania Laneri insieme al team di ricercatori che guida, ha riportato alla luce, il muro di Hammurabi, avamposto di Babilonia, del secondo millennio a.C. nel sito archeologico di Tell Muhammad, a Baghdad, in Iraq. “Oggi in un luogo meraviglioso come Palazzo Reale mi sono emozionato perchè per la prima volta io e il mio giovane staff, sentendo parlare altre persone di quello che abbiamo fatto, ci siamo resi conto dell’entità della scoperta fatta in Iraq – ha detto l’archeologo siciliano. Il nostro obiettivo concreto è aprire nel 2027, proprio nel sito di Tell Muhammad a Baghdad, un parco archeologico sul periodo paleobabilonese che possa diventare un’attrazione culturale e turistica”. Durante l’incontro, Laneri ha, inoltre, mostrato per la prima volta le immagini di una canaletta di circa quattromila anni fa, il sistema di acque reflue del tempo. 

“Il lavoro del team di Laneri – ha detto Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – è la dimostrazione che quando la cultura cammina crea anticorpi. In un contesto sociale come quello attuale, la Fondazione Federico II ha sentito l’esigenza di creare dei momenti di confronto a tutela della cultura. Oggi celebriamo la grande archeologia che, rivelando le antiche radici di una civiltà proietta in avanti come strumento di rinascita dalla guerra”.

“L’Iraq – ha detto Maurizio Greganti, Ambasciatore italiano in Iraq – ospita ben 19 missioni archeologiche italiane sostenute dal Ministero degli Esteri. Baghdad per secoli è stata centro della cultura araba e mediorientale. L’archeologia oggi è necessaria per l’Iraq al fine di svincolarsi dalla pesante narrativa che lo ha appiattito agli occhi della comunità internazionale. L’incontro di oggi voluto dalla Fondazione Federico II, pertanto assume particolare rilevanza per un Paese come l’Iraq che ha vissuto momenti drammatici con atti di violenza e vandalismo che miravano proprio a cancellare i valori storici universali che il patrimonio storico tramanda. Oggi, invece, la sicurezza dei siti archeologici non è più minacciata. Gli scavi pertanto non hanno semplicemente un rilievo storico ma hanno un impatto determinante per lo sviluppo del Paese”. La missione archeologica guidata da Laneri e portata avanti dal 12 novembre 2022, è una delle 19 italiane che lavorano in Iraq da diversi anni, facendo della cultura il vettore di una rinascita dai disastri della guerra e la base per il rilancio futuro di un’economia basata sul turismo culturale


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