PALERMO – Due gare, una bandita dall’ospedale Civico di Palermo e l’altra per le forniture nelle aziende sanitarie e negli ospedali della Sicilia occidentale. Attorno ad esse, secondo l’accusa, si sarebbe consumato un patto corruttivo. C’è un’inchiesta che vede coinvolti due medici, un funzionario pubblico e un imprenditore (è indagata anche una dipendente della società di forniture ospedaliere).
Richiesta di arresto
Per loro il procuratore Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido hanno chiesto la misura cautelare in carcere. In tre casi ci sarebbe il rischio di reiterazione di reato e di inquinamento probatorio. Per uno dei due medici solo di reiterazione. Sarà il giudice per le indagini preliminari a stabilire se accogliere o respingere la richiesta di misura cautelare dopo avere vagliato le carte della Procura e interrogato gli indagati (così prevedono le nuove norme).
“Atti contrari ai doveri di ufficio”
Il funzionario lavora al provveditorato per gli acquisti del Civico di Palermo. L’ipotesi è che possa avere ricevuto “soldi e altre utilità” dall’amministratore unico di un’impresa palermitana di forniture sanitarie. Soldi che il funzionario pubblico avrebbe incassato “nel corso del tempo e in più occasioni per commettere atti contrari ai doveri di ufficio”.
In particolare sarebbe stato turbato il regolare andamento “della procedura aperta per la fornitura biennale in conto deposito con eventuale periodo di rinnovo di 12 mesi di materiale specialistico per elettrofisiologia“. Una procedura bandita dall’Arnas Civivo nel 2021 e aggiudicata nel 2023.
Gli atti contrari ai doveri di ufficio, secondo la ricostruzione della Procura che si basa sulle indagini dei poliziotti della squadra mobile, consisterebbero oltre che nella turbativa della gara anche “nell’intercedere” su alcuni direttori di Unità complesse affinché “non arrivasse la risoluzione unilaterale del contratto nonostante significativi inadempimenti da parte dell’azienda impossibilitata a fornire quanto avrebbe dovuto”.
“Gli appalti banditi o da bandire dal Civico”
Un dirigente, in particolare, sarebbe stato indotto a “temporeggiare il più possibile” per far sì che l’imprenditore trovasse una soluzione per non perdere i benefici del contratto.
Il funzionario pubblico, nella ricostruzione dei pm su cui si deve ancora pronunciare il giudice, sarebbe diventato una sorta di consulente dell’azienda “in quelli che erano gli appalti banditi o da bandire dal Civico”.
Forniture per la Sicilia occidentale
L’ipotesi è che avrebbe passato informazioni privilegiate affinché potesse avere la meglio sulle imprese concorrenti. E qui spunta l’altra gara, quella “per la fornitura triennale di dispositivi medici e protesici alle unità di operative di Emodinamica, Chirurgia vascolare e Radiologia interventistica delle aziende sanitarie ed ospedaliere del bacino occidentale della Regione siciliana” bandita nel giugno 2023. In questo caso la dazione di denaro verrebbe quantificata in 4.300 euro.
Il funzionario, che avuto un ruolo chiave nella commissione aggiudicatrice della gara, avrebbe condiviso i “contenuti economici delle offerte per i lotti di interesse dell’azienda e istruzioni su come formulare un’offerta e su come modificarla o come modificare quanto allegato alla stessa anche alterando la data di presentazione rilevata dal sistema per aggirare la tardività delle modifiche in modo tale che risultasse vincente come poi accaduto grazie alla pedissequa persecuzione di quanto pre condiviso”. Insomma il funzionario sarebbe stato un utilissimo suggeritore.
Nel frattempo l’imprenditore, sotto inchiesta c’è anche una referente aziendale, si sarebbe ingraziato i due medici – un chirurgo vascolare dell’ospedale Civico e un cardiologo ed emodinamista di Villa Sofia-Cervello – che in cambio di regali in denaro (si parla di almeno due dazioni da mille euro ciascuno) avrebbero spinto il consumo dei presidi sanitari dell’imprenditore. Più consumi, maggiori guadagni.