PALERMO – Morì sotto le macerie. I parenti da anni attendono un risarcimento a sei cifre. Una sentenza ormai definitiva ha stabilito che gli spetta quasi un un milione di euro. I soldi non sono stati pagati né dal Comune né dal funzionario ritenuti responsabili civili. Questioni burocratiche, paletti messi dalla legge. La situazione potrebbe, però, sbloccarsi a breve.
Morì sotto le macerie, aveva 28 anni
Il 28 ottobre 2007 si verificò il crollo di una palazzina del centro storico. Sotto le macerie in via Matteo Bonello, nel quartiere Papireto, ad una manciata di metri dalla cattedrale, rimase intrappolato Antonino Troia. Aveva 28 anni e viveva con la famiglia al primo piano dell’edificio.
Il percorso giudiziario
Alcuni proprietari di casa patteggiarono la condanna per omicidio colposo. Sono stati celebrati dei processi in sede penale, chiusi con assoluzioni e prescrizioni.
I familiari della vittima hanno fatto causa al Comune di Palermo e all’architetto e funzionario Antonino Sicurella che era stato condannato in primo grado a due anni e poi assolto in appello. Infine la Cassazione, su ricorso delle parti civili, dichiarò l’estinzione del reato per prescrizione.
I supremi giudici, però, ritennero che in appello non fosse stato esaminato in maniera approfondita il materiale probatorio, annullarono la sentenza e rinviarono la causa al giudice civile. Nel 2017 i familiari si sono rivolti alla Corte di appello per chiedere i danni.
Due tesi contrapposte
Il collegio presieduto da Cristina Midulla ha spiegato nella motivazione della sentenza dello scorso settembre che “si contrappongono due astratte possibilità relativamente alle cause del crollo dell’edificio a seguito del quale rimase sotto le macerie Troia”
La prima, sempre sostenuta dall’architetto Sicurella, è quella “della esclusiva responsabilità dei proprietari dell’edificio che ha subito il crollo parziale del solaio di quarto piano e, per l’effetto, di quelli sottostanti”. I proprietari ammisero di avere eseguito dei lavori.
La seconda, posta dal Tribunale a fondamento della propria decisione, ritiene che “a cedere per primo sarebbe stato il muro di facciata già sensibilmente inclinato, come del resto inclinate risultano le murature limitrofe alla zona del crollo ma a tutt’oggi non collassate”.
“Il funzionario sapeva del rischio”
E poiché “Sicurella era a conoscenza delle criticità di quell’immobile, tanto da aver precedentemente disposto il transennamento del vicoletto in cui insisteva quell’immobile, si imporrebbe l’affermazione di responsabilità civile del medesimo Sicurella per il crollo e il conseguente decesso del Troia”.
“Ritiene questo collegio che le considerazioni appena esposte siano più convincente delle altre”, scrivono i giudici. Che aggiungono: “Era preciso onere del Sicurella, in quanto (pacificamente) responsabile del settore di competenza, predisporre o adottare egli stesso gli indispensabili provvedimenti perché l’immobile venisse sgombrato. E d’altra parte il senso ultimo del transennamento in precedenza disposto da Sicurella deve logicamente rinvenirsi nella consapevolezza del rischio di crollo, sia pure parziale dell’edificio, e tuttavia a quel transennamento non fu abbinato l’ordine di sgombero dell’edificio.
Ancora niente soldi
Da qui la condanna dell’architetto e del Comune a risarcire i genitori e i fratelli di Troia, assistiti dagli avvocati Toni Palazzotto e Francesco Paolo Cordullo, con una cifra che supera i 900 mila euro.
Una questione di giustizia portata avanti dai legali nel lungo percorso giudiziario che va oltre il denaro e che mai potrà colmare l’assenza di chi è morto troppo giovane.
La sentenza del settembre 2024 è diventata definitiva, ma i parenti ancora aspettano la liquidazione dei risarcimenti. Il Comune prima non ha pagato perché era in pre dissesto e ora perché attende il via libera al piano di riequilibrio da parte della Corte dei Conti. Senza di esso, le regole sono queste, è impossibilitato a pagare.
“Il piano di riequilibrio garantisce la copertura di tutti i rischi legali – spiegano dall’amministrazione comunale – e quindi tutte le somme sono appostate e disponibili. Le procedure esecutive saranno sbloccate non appena arriverà dalla Corte dei Conti la validazione del piano, cosa che si attende a breve”.