03 Dicembre 2020, 13:02
2 min di lettura
“Palermo è una bambina. Disgraziatissima”. Così, su Facebook, la professoressa Antonella Di Bartolo, preside dell’istituto comprensivo ‘Sperone-Pertini’, esprime una comprensibile rabbia, con un’immagine significativa e un breve testo. Parole e immagini di una città che annega nella sua munnizza, ma quella foto di abbandono, accanto alla scuola, fa traboccare, forse, il vaso di ogni sgomento. Un passeggino tra i rifiuti che invadono il marciapiede. Un quadro surrealista? Magari: si tratta di cronaca. Il particolare ributtante dallo sfacelo della ‘Capitale della munnizza’. E, intorno, la cupa rassegnazione di chi non sa più da che parte guardare per un filo di speranza.
“Quella foto – spiega la preside Di Bartolo – è stata scattata a pochi metri dalla nostra scuola. Noi siamo molto scrupolosi nell’igiene, sempre e a maggior ragione con la pandemia. Ma è terribile che la salute pubblica venga calpestata così. Ho cercato su internet le malattie che possono derivare dalla sporcizia e dai topi. Sono patologie gravi e presenti. Penso che non sarebbe giusto cedere alla rassegnazione; lo schifo non dovrebbe essere la normalità. Noi non possiamo arrenderci e dobbiamo essere capaci di reagire. Sono stupita per il balletto politico di responsabilità con cui le istituzioni si scaricano addosso il problema, invece di risolverlo. Eppure, lo scandalo è sotto i nostri occhi”.
Raccontiamo da tempo la città sepolta dai rifiuti, tra promesse, interventi che non estinguono il dramma, nel sottofondo della politica e del suo rimbeccarsi. Come abbiamo scritto, il clima è da tutti contro tutti. Il presidente della Rap, Giuseppe Norata , offre una timida speranza: “Abbiamo messo tutte le forze in campo e mi auguro di poter rendere Palermo più pulita e libera dalla spazzatura già entro l’Immacolata”. Ma il presente è assediato dalle foto che ognuno potrebbe scattare, con la sua rabbia in calce. Gli scatti di una catastrofe.
Pubblicato il
03 Dicembre 2020, 13:02