20 Marzo 2022, 20:39
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Ha detto qualche giorno fa, Giusto Catania, assessore alla Mobilità di Palermo, in una intervista con il nostro giornale: “Possiamo vincere e andremo a vincere, ne sono convinto. La destra si è frantumata per varie ragioni, prima di tutto per la logica del potere (…). Certamente, dobbiamo sbrigarci. Ecco perché la nostra lista, Sinistra Civica ed Ecologista, fa appello al Pd e ai Cinque Stelle, l’ennesimo appello: smettetela con gli scontri e chiudiamo subito, convergendo sul nome di Franco Miceli, candidato sindaco di Palermo”. Ora che Miceli è praticamente in campo, come abbiamo raccontato, per il via libera di Giuseppe Conte e del M5S, c’è da chiedersi quanto la sfida che sembrava impossibile sia davvero aperta.
Una salita estrema, quella del centrosinistra, ovvero dell’area culturale e della comunità politica che, con il sindaco Leoluca Orlando, è oggettivamente imputabile per via di una città allo sbando. Agli altri candidati basterà presentarsi in conferenza stampa con le foto delle bare accatastate al cimitero dei Rotoli o del groviglio infernale sul Ponte Corleone. Non sarà una campagna elettorale semplice in quelle contrade, nel segno di una svolta che, se troppo invocata, darebbe l’esatta impressione di un fallimento. Come fai a dire di volere cambiare rotta, quando al timone c’eri tu?
Tuttavia, il presidente dell’Ordine nazionale degli architetti, Franco Miceli, (usiamo ancora un esasperato condizionale, conoscendo come sia facile che cambi il vento) sembra l’uomo giusto per provarci, o, almeno, per costruire una prospettiva futura, con una sconfitta dignitosa. E’ personalmente inattaccabile: quando Palermo crollava, lui non c’era. Esprime una continuità di anime, con un profilo federatore, potendo definirsi da ‘civico’, come ha fatto, un uomo che cammina nel segno della discontinuità strettamente politica e amministrativa. E’ un professionista apprezzato, con contatti di rilievo, visto anche il suo ruolo di presidente degli architetti. E’, insomma, una candidatura intelligente che, se gli avversari resteranno frammentati, potrebbe perfino rappresentare una sorpresa.
Per il resto, bisogna partire da un dato. La vera sfida impossibile sarà governare Palermo, ridarle dignità, decoro e trasformare i problemi in soluzioni, con pochissime risorse, convincendo una città sfilacciata che è ancora possibile raccontare una storia di speranza.
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20 Marzo 2022, 20:39