Palermo, Lagalla agli studenti: “Costruire insieme la 'polis' di oggi”

Il sindaco Lagalla intervistato dagli studenti: “Costruire insieme la ‘polis’ di oggi”

Piacevole chiacchierata con il primo cittadino del capoluogo su scuola, mobilità e lavoro
PALERMO
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PALERMO – La redazione di LiveMeli ha avuto il piacere di intervistare il sindaco di Palermo Roberto Lagalla su temi che ci riguardano da vicino: scuola, mobilità e lavoro. Tutti noi eravamo particolarmente emozionati, ma è stato lui a metterci a nostro agio, ci ha chiesto il nostro nome ed è subito diventata una piacevole chiacchierata.

Il suo passato da professore universitario le ha permesso di conoscere uno spaccato della realtà che i giovani vivono quotidianamente nella nostra città. A quasi un anno dall’inizio del suo mandato, quali sono stati i primi problemi che si è trovato ad affrontare per noi giovani e quali obiettivi si è posto  da perseguire prioritariamente?

“Non sono un politico di mestiere, ammesso che la politica possa o debba essere considerata un mestiere. […] per avere passione, visione e responsabilità occorre avere un’esperienza. […] se la politica è il servizio, allora devi essere disposto al sacrificio, piuttosto che essere disposto, diciamo, a facili scorciatoie” ha continuato il sindaco citando Gaetano Martino […] io personalmente non mi sento un politico:, ho fatto il professore per tutta la vita e trovo che stare con i ragazzi ringiovanisce, ma soprattutto mi fa vedere la vita sempre con occhi diversi cioè con gli occhi con cui la vedono le generazioni che si succedono. […] cosa ho trovato? Che cosa posso fare per i giovani? Certamente ho trovato un mondo, la scuola, che aveva bisogno ancora di tanto aiuto. […] so che devo dare risposte alle scuole che devono migliorare, ai giovani che vogliono spazi, soprattutto nei quartieri periferici per lo sport,luoghi della movida più sicuri, più sicuri e più praticati. […] stiamo presentando il bilancio 2023 speriamo in un po’ di soldi che possano favorire queste azioni.”

Sembra ormai un trend inarrestabile la progressiva perdita di elettori che vanno a votare, segno probabilmente del fatto che il rapporto tra i cittadini e la politica è in crisi. Lei pensa di riuscire ad essere un sindaco vicino alla gente e per la gente? In questo anno pensa di essere riuscito a instaurare un rapporto di fiducia con i suoi concittadini? E in che modo ha mostrato disponibilità all’ascolto?

“Io non ho certamente l’ambizione né tantomeno l’arroganza di fare innamorare di me i cittadini, credo che in ogni cosa bisogni essere realisti; la politica ha demeritato, nel senso che nel tempo quello che i cittadini si aspettavano in termini di risposta efficace e coerente da parte della politica, non è avvenuto; è un fenomeno internazionale, non solo un fenomeno italiano o palermitano, per cui questa disaffezione si esprime con il non voto. Su questo voglio dire che sbagliate, perché se si predilige il non voto, vanno a votare tutti coloro i quali fanno parte di organizzate portate politiche e quindi costruiscono il consenso; quello che viene ad essere limitato così è il voto di opinione, sul quale la politica deve farsi misurare. Io ormai ho un’età per la quale non ho più voglia né la necessità di coltivare ambizioni politiche e quindi credo che la cosa più giusta sia quella di essere se stessi.

Non ho preteso particolari scorte, continuo a girare per la strada, non ho voluto la zona interdetta sotto casa mia, non ho cambiato il telefonino, cerco di rispondere costantemente e cerco di aderire a tutte le occasioni in cui posso stare a contatto con le persone, per trarne spunti rispetto alle cose che siamo chiamati a fare e rispetto alle cose che la gente si attende. Il comune è una realtà di prossimità e quindi si alimenta del rapporto con i cittadini. Io mi imbestialisco quando vedo la città sporca o quando vedo che i nostri uffici fanno aspettare sei mesi per una carta di identità ma devo a poco a poco riorganizzare il sistema in termini di personale, di modificazione degli uffici e di formazione del personale stesso, è un processo lungo. Allora spero, attraverso le cose che facciamo, di poter meritare la fiducia o l’attenzione delle persone e poi tra 5 anni i cittadini ci valuteranno; ma credo sia doveroso essere prossimi all’ascolto e le zone di ascolto sono tante.

Questo oggi per me è un sensore di ascolto come ricevere le persone in comune, o parlare con le associazioni, o andare in consiglio comunale, o parlare con la stampa. Questa città non si salva solo con l’aiuto del comune o delle istituzioni ma si salva con la consapevolezza che i cittadini devono avere di essere tutti parte di una comunità quale è la polis. Polis è anche l’etimo della parola politica, quindi la politica è per la comunità; la politica parla alla gente.”

È un dato innegabile che molte delle strutture scolastiche sono spesso inadeguate alle esigenze degli studenti e richiederebbero interventi di manutenzione straordinaria. Gli attuali investimenti in campo scolastico puntano invece soprattutto a potenziare la tecnologia digitale: le sembra che sia questa la priorità in questo momento? Cosa stanno facendo il comune e la città metropolitana per offrire agli studenti spazi sicuri e adeguati?

“L’attenzione verso l’edilizia deve essere primaria, quella verso le nuove tecnologie deve essere critica”. Il sindaco mette subito in chiaro la presenza di molte risorse destinate all’edilizia scolastica e le separa dagli investimenti per le tecnologie digitali. “Il problema non è costituito dalle risorse, ma dagli impedimenti burocratici”.

Dopo essere stato segnalato dal dirigente scolastico, un problema riguardante l’edilizia scolastica va incontro a un lungo processo. “Bisogna attuare una radicale semplificazione normativa dei processi burocratici”. Nelle vesti di assessore, il sindaco ha inoltre finanziato tutte le verifiche sismiche delle scuole della Sicilia. Ritornando al tema delle tecnologie digitali, il discorso evidenzia il profondo errore costituito dalla didattica a distanza, un’esperienza negativa che ha alterato quasi irreparabilmente la visione che gli studenti hanno della scuola. Chiusa la parentesi riguardante la pandemia, il sindaco giudica necessario il potenziamento delle tecnologie digitali, sentito come un modo per creare un legame più forte tra il mondo dei giovani e quello della scuola. “Dobbiamo approcciare in modo diverso le nuove tecnologie, conoscendone la pericolosità e i rischi”.

Non appena noi giovani arriviamo a dover fare la grande scelta riguardante il futuro, sentiamo accendere in noi il desiderio di proseguire il nostro percorso universitario e di conseguenza lavorativo fuori dalla nostra città. Oggi si parla di “Fuga di cervelli” in quanto i giovani neolaureati e non, interessati ad utilizzare e sviluppare le proprie competenze, lasciano Palermo poiché non riescono a trovarvi posizioni adatte alle loro capacità. Cosa prevede per contrastare questo fenomeno e rendere più attrattiva la nostra città, in termini di prospettive lavorative?

“Non possiamo immaginarci l’epoca della globalizzazione, dove esiste la competizione, senza immaginare il concetto della crescita della mobilità. Non c’è mobilità senza la componente giovanile che coltiva ambizioni più lunghe nel tempo. È fondamentale la mobilità dei giovani, per questo sono stati moltiplicati i programmi Erasmus: l’erasmus è la cifra democratica popolare della cittadinanza europea. Conclusa la mia carriera di rettore, ho scelto di affrontare la carriera di  assessore all’istruzione facendo sì che anche le cifre Erasmus dei ragazzi meno abbienti potessero essere amplificate .

La vera domanda è “Posso tornare o non ci sono le condizioni per cui possa tornare o restare?. Nelle regioni del sud, essendoci un tessuto economico produttivo fragile, c’è una probabilità bassa rispetto ad altre parti del mondo. La regione italiana in cui c’è mobilità maggiore in uscita degli studenti è la Lombardia. Questo appare sorprendente, ma questa regione ha e produce neolaureati o neodiplomati che vanno in giro per il mondo perché sono assorbiti da un tessuto produttivo e industriale che ha fin troppo competitività.

Le strade allora sono tre: un potenziamento degli investimenti in Sicilia, una politica euromediterranea  di inclusione allo sviluppo dei paesi del nord Africa e medio oriente e, infine, l’uso delle tecnologie. Un esempio di quest’ultima strada è lo Smart Working  che sta dando vita a un fenomeno, il “Lavoro dal sud”. A Palermo sta nascendo un investimento del nord di laureati che continuano a lavorare a Palermo ma operano per aziende di tutto il mondo. La nostra città è stata definita dalla National Geographic una delle cinque città al mondo OTTIMALI PER LO SMART WORKING, l’unica europea. Il sindaco ci invita a sfruttare la modernità e ad avere fiducia ancora una volta nell’avvenire di un cambiamento.

Noi giovani siamo abituati a spostarci in città con mezzi come automobili, scooter… che come ben sappiamo costituiscono una delle principali fonti di inquinamento atmosferico nelle aree urbane del palermitano. Abbiamo assistito alla realizzazione di piste ciclabili in alcune parti della città, che ci lasciavano ben sperare, ma ciò nonostante, veniamo a sapere tramite delle indagini statistiche, che si conta il passaggio di 1 bici ogni 92 automobili. Forse le piste ciclabili dovrebbero essere estese a più zone della città dove sono stati registrati picchi di smog elevatissimi, oppure l’opinione comune è che tale dato sia dovuto alla “tipica mentalità palermitana”, ancora non aperta a nuovi mezzi di trasporto. Se così fosse, noi giovani potremmo essere un buon punto di partenza per il cambiamento, se sensibilizzati. Cosa propone per educarci ad una mobilità sostenibile? Cosa state facendo per darci gli strumenti adeguati ad imprimere un cambiamento nella mobilità cittadina?

“Premetto che la mentalità del palermitano è quella di usare la macchina anche per piccoli spostamenti e ciò non può far altro che causare ingorghi nel traffico e aumentare gli agenti inquinanti. 

Voglio raccontare un aneddoto personale; trovai sotto casa una macchina messa sulla curva che occupava completamente le strisce pedonali e con due ruote il marciapiede. Prima che i vigili facessero la multa, vidi dei ragazzi poco lontano e chiesi loro se fossero i proprietari. I ragazzi risposero di sì e, invece di spostare l’automobile, mi chiesero se anche nelle ore serali non si potesse parcheggiare in questo modo (come se il codice della strada cambiasse dopo le 20) . Premesso ciò, che fa parte di un’urbanità discutibile, è chiaro che il tema dei trasporti sia fondamentale. Dobbiamo insistere sul piano urbano della mobilità sostenibile, non del tutto definito dalla precedente amministrazione, che aveva però avviato un lodevole percorso di MOBILITÀ DOLCE( senza emissioni in atmosfera) e aveva disegnato una rete del GREEN WAY (piste  ciclabili sostenibili), realizzata però solo in parte. Oggi non vi è infatti una percorribilità di lungo chilometraggio, ma una percorribilità zonale.

È previsto dal PNRR l’allungamento delle piste ciclabili anche verso le borgate marinare  e verso la costa sud (Romagnolo, Acqua dei Corsari), zone in cui  la riqualificazione è uno degli obiettivi principali da raggiungere. Ad esempio è già stata riqualificata, in parte, la zona di Sant’Erasmo e ora si dovrà andare avanti oltre la foce del fiume Oreto, verso Acqua dei Corsari. Qui c’è un problema di inquinamento dei siti perché  in questa zona furono portate tutte le macerie del sacco di Palermo  negli anni 60, sicuramente a causa di una politica cieca e malevola di cui la costa subisce ancora conseguenze. Per bonificare l’area del Parco Libero Grassi (quasi ad Acqua dei Corsari) stiamo investendo 11 milioni di euro. 

Vi è inoltre il ricorso al trasporto pubblico di massa. Dobbiamo far sì che il palermitano usi di meno il mezzo privato, sia per le giuste considerazioni di inquinamento, sia per il decongestionamento del traffico. Su questo abbiamo in programma il potenziamento della rete tranviaria che da qui al prossimo anno prevede il collegamento dei due anelli tranviari (che ora come ora non comunicano tra loro) e poi anche la connessione tra parcheggio, tram e metro treno (quello che va con passante dalla stazione fino a punta raisi passando per la città)  e l’anello (quello che collegherà Notarbartolo, Giachery, porto, Politeama, Lolli, Notarbartolo). Si spera sia attivato dalla prima metà del prossimo anno per il primo semicerchio che va da Notarbartolo a Piazza Politeama; immaginiamo infatti di fare un posteggio di scambio nella zona San Polo, dove c’è il metro treno,  così che la gente possa parcheggiare e poi prendere il biglietto muovendosi in maniera rapida e decongestionando il centro dal traffico. 

Altro modo per scoraggiare il traffico sarà quello di mettere in certe zone la “città dei 30 km orari”, cioè non si potrà andare oltre questa velocità (nelle zone più centrali o pericolose) ciò per favorire la mobilità dolce, il trasporto pubblico di massa e per ridurre il traffico veicolare”.

Signor sindaco, vorrei porle una domanda che riguarda la sua funzione di sindaco della Città Metropolitana di Palermo, in particolare sulla mobilità intercity. Una questione che aggrava il traffico e il parcheggio in Città sono, infatti, i veicoli degli abitanti nei comuni limitrofi che giungono ogni mattina a Palermo per il lavoro o per studio. Per cui volevo sapere se con i fondi PNRR sono previsti progetti, per esempio, come la realizzazione di un sistema interconnesso tra la metro cittadina e una metro-intercity, che giunga dopo l’aeroporto e che arrivi, per esempio, fino a Partinico, comprendendo i comuni di Cinisi, Terrasini ecc., ma anche dal lato opposto da Bagheria, Misilmeri ecc. Oppure, sono previsti altri tipi di progetti, che rendano la mobilità futura della città metropolitana moderna e soprattutto più sostenibile. Grazie per l’attenzione.

“Grazie per la domanda, che si ricollega direttamente a quella della tua collega di poco fa. Proprio ieri abbiamo annunciato l’avvio dell’elaborazione del piano strategico per una mobilità provinciale che si basa sullo studio e l’analisi del traffico pendolare in una delle principali aree della provincia verso la città. L’obiettivo è di favorire la connessione dei principali assi viari extra comunali con i punti di congiunzione del traffico domestico e del traffico cittadino, che saranno necessariamente verso la stazione e l’area di Tommaso Natale.

Stiamo anche considerando di potenziare le linee dirette, ma questo dipende dalle negoziazioni che avremo con Ferrovie dello Stato. L’idea sarebbe di sviluppare dei treni veloci, senza fermate intermedie, con una certa frequenza sulla tratta invernale Termini Imerese – all’aeroporto di Punta Raisi e durante l’estate da Cefalù a Punta Raisi.

Inoltre, stiamo valutando la possibilità di contribuire alla riduzione del traffico e migliorare i collegamenti con la provincia anche per scopi turistici tramite le cosiddette vie del mare. Si tratta di attivare un collegamento marittimo che colleghi la città con le borgate marinare fino al porto di Bari da un lato, e fino a Cefalù dall’altro. Questa idea è ancora in fase di studio in collaborazione con l’Autorità portuale, ma ci vorrà tempo per poterla realizzare”.

Per quanto la città cerchi di liberarsi dal pregiudizio del contesto sociale della mafia siamo stati di nuovo afflitti da un arresto eccellente, quello di Matteo Messina Denaro, e le chiediamo come facciamo a liberarci di questo stereotipo? Quale è la soluzione?

“Il tema della mafia e dello stereotipo mafioso è un tema che affligge Palermo anche se in misura minore io non dire che la città è stata afflitta da un nuovo arresto eccellente io direi che per fortuna la lotta alla mafia è stata coronata dall’arresto di Matteo Messina Denaro, perché io ho dichiara come altri che il 16 gennaio 2023 è stato il giorno della liberazione di Palermo dal pericolo e dalla azione stagista della mafia, ora la mafia non è debellata non è sconfitta ma quello che più mi preoccupa qui in città è la cultura mafiosa perché la mafia i mafiosi oggi hanno abdicato alla strategia della violenza ma hanno trasformato la l’ora strategia in una strategia economico-finanziaria che vede la mafia non più tanto a Palermo o a Catania ma vede la mafia la dov’è c’è denaro, come Milano la mafia lavora in smart working e lavora attraverso i canali della finanza ecco perché la risposta delle forza dell’ordine non è solo investigativa sul territorio ma anche attraverso la polizia postale attraverso tutti quei flussi di denaro, ma cosa c’è rimasto qui, c’è rimasta una cultura mafiosa che anima la mafia da sottoprodotto vergognoso che ha fatto del Riccardo del racket del propio strumento d’alimentazione, quindi violentando le persone la loro intimità la loro dignità professionale, familiare, ma anche utilizzando il commercio e la distribuzione della droga, propio su questo la mafia fa nuora stragi è purtroppo le vittime di questa strage sono i ragazzi, i giovani, Abbiate una barriera incrollabile di fronte al rischio o alla tentazione di provare sostanze stupefacenti, in questo momento la mafia ha introdotto in questa città il Crack, che costa poco che dàassuefazione immediata che un effetto stupefacente che dura poco è quindi richiede un’assunzione dietro l’altra fino a distruggere il cervello, fino a ridurre la persona, a non poter ragionare liberamente, ecco perché le nuove vittime delle mafia sono i giovani ecco perché la lotta alla mafia non è finita ecco perché le manifestazioni contro la mafia servono per sensibilizzare ma è quella del lavoro onesto e del rifiuto alle tentazioni.” Poi il sindaco parla della mafia è dell’antimafia facendo riferimento a Sacha giornalista del Corriere della sera. “[…] Nessuno può ergersi a giudice di chiunque altro, ma ciascuno deve rispondere delle proprie azioni, della propria responsabilità, del proprio onesto comportamento, del proprio rifiuto quotidiano […] voi siete l’esercito che combatte questa battaglia insieme a noi.

Le forze dell’ordine assicurano alla giustizia tanti spacciatori che però sono i pesci piccoli dei pesci grandi e si rigenerano, si rigenerano perché sono ragazzi che non hanno cultura; ragazzi,  la cultura è la più grande difesa per affermare la libertà di ogni tipo, allora io credo che non bisogna mai dimenticare da dove veniamo: da una lotta acerba contro la mafia, ricordate la mafia ha cambiato e cambia pelle ma non bisogna che la modalità di resistenza è sempre una soltanto quella di fare il proprio dovere e di stare apposto con la costanza”.

La nostra è una fase della vita  in cui iniziamo a vederci inseriti in contesti sociali più adulti, più complessi, iniziamo a maturare un primo spirito critico, e cerchiamo le nostre prime libertà, quale consiglio ci darebbe?

Il sindaco si commuove: risponde, ricordando i suoi primi desideri di libertà, le  sue prime scelte adulte e in particolare, raccontando un aneddoto della sua gioventù. 

All’età di diciassette anni, si è trovato davanti ad una scelta, la sua prima scelta adulta, tanto dura da aver trascorso “una delle pochissime notti insonni della sua vita”. La scelta riguardava il percorso di studi: avrebbe dovuto seguire la sua passione più vivace, del momento, ovvero scienze politiche, oppure proseguire il percorso in medicina – seguendo le orme dello zio, che gli aveva fatto conoscere l’ambito e gli aveva fatto fare prime esperienze lavorative nel settore -. Alla fine è stato scelto il percorso di medicina, che si è rivelato altamente gratificante e appassionante. Il sindaco allora, che forse mai abbiamo sentito così vicino a noi studenti e cittadini, ci ha salutati esortandoci a diffidare di qualsiasi ombra che minaccia di oscurare le nostre luminose passioni.


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