11 Gennaio 2024, 19:03
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PALERMO – La commemorazione di Acca Larentia, con centinaia di persone immortalate nella Capitale a fare il “saluto romano”, manda in tilt il centrodestra anche a Palermo. La commemorazione della strage avvenuta nel 1978, che sta tenendo banco a livello nazionale e internazionale con polemiche dentro e fuori la maggioranza di Giorgia Meloni, irrompe nel dibattito politico di Palermo con un ordine del giorno presentato da Teresa Piccione del Pd nel dibattito sulle tariffe Imu.
Due temi che obiettivamente non sono connessi, ma tanto basta a scatenare il putiferio con Fratelli d’Italia isolata dalla stessa maggioranza: a firmare l’ordine del giorno, infatti, è stato perfino il gruppo del sindaco Roberto Lagalla, col provvedimento alla fine approvato anche dal centrodestra con la sola eccezione dei meloniani. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giuseppe Milazzo, non ha potuto fare altro che presentarne uno suo, approvato dalla sola maggioranza, che così ha dato il via libera a due provvedimenti diversi.
L’ordine del giorno della Piccione impegna il sindaco e la giunta “a condannare duramente gli esecrabili fatti avvenuti ad Acca Larentia il 7 gennaio scorso e a chiedere al governo nazionale di intervenire con immediatezza affinché siano accertate le eventuali responsabilità degli organizzatori e dei partecipanti”. Una mossa che ha preso in contropiede il partito della premier che ne ha presentato un secondo che, dopo aver ricordato che manifestazioni simili si sono tenute anche con i governi della sinistra e aver riportato le dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, si limita a chiedere al sindaco di rappresentare “in tutte le sedi istituzionali” la “condanna di ogni strumentalizzazione politica” su fatti per i quali dopo 46 anni non c’è un colpevole.
“Fratelli d’Italia vota contro l’ordine del giorno – dicono i consiglieri del Partito democratico, di Progetto Palermo, del M5S, di Oso e del Gruppo Misto -. Un comportamento che preoccupa e conferma la distanza siderale di Fratelli d’Italia dai principi democratici. Esprimiamo apprezzamento per la scelta delle altre forze politiche di maggioranza che hanno condiviso un ordine del giorno a tutela della Costituzione”.
“Fratelli d’Italia, nel suo ordine del giorno presentato al Consiglio comunale di Palermo sui fatti di via Acca Larenzia, non ha avuto alcuna esitazione nel condannare sia i saluti romani che gli assassini dell’ultrasinistra che uccisero i tre giovani militanti missini e che, a distanza di 46 anni, restano ancora impuniti. Ci chiediamo perché il Pd non abbia voluto condividere e votare questo ordine del giorno. Cosa impedisce al partito della Schlein di condannare senza ‘se’ e senza ‘ma’ il terrorismo rosso che ha insanguinato l’Italia in quegli anni? O siamo tornati indietro nel tempo, negli anni in cui i brigatista erano considerati ‘compagni che sbagliano’?”. Lo dichiarano in una nota il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Giuseppe Milazzo, e il coordinatore regionale Giampiero Cannella.
“La sinistra ormai consapevole dei risultati soddisfacenti del Governo Meloni, cerca lo scontro ideologico portando le lancette dell’orologio indietro nel tempo – scrive sui social il vicesindaco Carolina Varchi -. A tutti coloro che si domandando cosa sia accaduto ad Acca Larentia 46 anni fa: tre ragazzi sono stati uccisi per la sola “colpa” di militare a destra e ancora non hanno avuto giustizia ma per la sinistra il problema non sono i morti seminati dall’odio comunista. Viste le continua sconfitte elettorali, la sinistra si concentri sui saluti che gli italiani le hanno riservato in occasione di ogni scadenza elettorale. Ai cittadini ma anche agli alleati dico: non lasciatevi distrarre da questa sinistra, non abbiamo bisogno delle loro patenti di moralità, la nostra priorità è lavorare per Palermo”.
Rimandata invece la delibera su Irpef: la maggioranza non aveva infatti i numeri per portare a casa l’atto che è stato così rinviato. Le nuove tariffe, ampiamente previste dal piano di riequilibrio, prevedono per il 2024 e il 2025 un aumento dell’Irpef, col gettito che passerà da 59,3 a 63,4 milioni e l’aliquota di compartecipazione comunale che varia da 0.938 a 1,002. Nel 2026, invece, si arriverà a 65,2 milioni con aliquota all’1,03.
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11 Gennaio 2024, 19:03